Guidati dai nostri insegnanti, Adele Prati, Paola Allegri, Giovanna Bortolotto, Stefano Costi, Paola Dente, Tamara Gandolfi, Paola Varani e Andrea Santi, abbiamo creato autonomamente un dialogo tra due studenti di epoche diverse: uno contemporaneo e l'altro proveniente da momenti significativi della storia del liceo che abbiamo ricostruito. L’obiettivo era quello di rappresentare il colloquio che abbiamo avuto in questi due anni di lavoro con la storia locale «fondamentale per capire da dove veniamo e l'importanza di chi è passato prima di noi», come spiega la prof.ssa Tamara Gandolfi. Abbiamo tracciato un viaggio nel tempo, dagli inizi negli anni ‘40, quando il liceo era sotto il Respighi di Piacenza e l'atmosfera era segnata dalla guerra, fino all’autonomia nel 1954, passando per gli anni della contestazione studentesca del Sessantotto e il trasferimento nel campus di Via Boiardi negli anni Novanta, per concludere con il liceo attuale negli anni 2000. Quella che abbiamo affrontato è stata una traversata emotiva e collettiva nell’abisso di documenti dell’archivio scolastico e comunale «all'inizio un po' disorientante [...] perché ci siamo scontrati con la difficoltà di affrontare documenti, di capirli e di inserirli in un testo finale» come ricorda la prof.ssa Paola Dente. «Si è lavorato nelle classi» - per quanto riguarda la stesura del testo e la ricerca delle immagini - «ma c'è stato anche un grande lavoro di revisione sul libro e correzione delle bozze quest'estate» dichiara la prof.ssa Prati.
A conclusione del lavoro,
fondamentale è stato l’apporto del prof.re Santi «soprattutto nella parte
digitale, fornendo alcuni consigli sulla realizzazione estetica del libro» e,
in occasione dell'evento del 5 ottobre, «nella gestione delle prenotazioni e
dei gadget» che sono stati distribuiti agli iscritti dell’associazione “Amici
del liceo scientifico” «per rafforzare il senso di appartenenza e identità
all'interno della nostra comunità».
A conclusione della mattinata, è stata inoltre inaugurata
una mostra d'arte allestita dal prof.re Giuseppe Dossena, con la collaborazione
di alcuni studenti delle classi quinte «per cercare di valorizzare la scuola e
l'operato all'interno proprio del liceo stesso con disegni che, per una breve
parentesi temporale, hanno assunto il valore di opere d'arte a sé stanti e
hanno avuto una dignità artistica» - come afferma il curatore, continuando poi
con la spiegazione del criterio secondo cui è stata decisa la disposizione dei
disegni - «sullo scalone sono stati messi i disegni più accattivanti, i più
illustrativi, più legati al mondo dell'illustrazione, invece i più
architettonici e più ornamentali sono stati messi di sopra. Abbiamo cercato di
mettere in vista le cose più attraenti».
Grande compiacimento anche da parte di tutti gli altri
insegnanti delle classi che hanno seguito il processo in modo continuo, come la
prof.ssa Paola Allegri, la quale, conclusasi la sua esperienza con la scuola,
afferma «per me è stato un piacere, essendo in pensione, aver avuto questo
tempo supplementare con voi. Per me è stato il momento più bello, un commiato
meraviglioso perché ho avuto una possibilità che non è da tutti», o in modo
secondario, come il prof.re Dossena che definisce i ragazzi «geniali. Hanno
fatto veramente un grossissimo lavoro anche perché hanno superato impatti
emotivi e psicologici».
Di seguito, riportiamo le parole del Dirigente Scolastico,
prof.ssa Rita Montesissa, che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare in
merito all’evento, in particolare riguardo la genesi di questo progetto, il
risultato finale e i progetti futuri della scuola.
Da dove è nata l'idea di creare un libro con la storia del
liceo per celebrare il settantesimo?
Ci siamo accorti, perché il quadro è appeso in presidenza, che il primo ottobre 1954 la nostra scuola era diventata autonoma. È appeso, c'è la data, c'è tutto, e quindi non si poteva dimenticare. 70 anni sono tanti, no? È una lunga strada. E quindi ne ho parlato con la professoressa Prati, con qualche altro docente del liceo, per dire «non dimentichiamoci di questa data che sta per arrivare». Quando abbiamo cominciato a parlarne eravamo nel 2022, avevamo davanti molto tempo: «Cosa ne dite se raccogliamo un po' la vita di questi anni? Sembra interessante per chi l'ha vissuta e anche per chi non la conosce». Allora loro hanno detto: «ma sì, è una buona idea» e hanno aggiunto la proposta di far fare un'attività PCTO agli studenti. E visto che c'era l'adesione delle classi e di un po' di professori, ci si è resi conto che si sarebbe potuto realizzare. Poi siccome conoscevamo l'ingegner Bottioni e l’onorevole Migliavacca, che hanno scritto dei libri sulla storia di Fiorenzuola, naturalmente molto più articolati, precisi, scientifici di quello che poi abbiamo scritto noi e che già conoscevano un pezzo di storia del nostro liceo perché l’avevano frequentato e perché avevano scritto questi libri di storia, io e la professoressa Prati abbiamo sentito anche loro per vedere se davano un aiuto. Poi abbiamo aggiunto anche la prof.ssa Torricella che aveva frequentato e fatto la docente qui. Poi so che il grosso del lavoro l’avete fatto con i professori della classe però c’erano anche questi appoggi. L'idea è nata un po' per caso, vedendo il quadro lì. Però 70 anni sono tanti, molte altre scuole ricordano questi decennali, e abbiamo voluto farlo anche noi. Poi a posteriori per fortuna che l’abbiamo fatto no? Le persone sono state contente del vostro lavoro, della vostra presentazione e anche di avere in mano il libro.
Quali sono le motivazioni che l'hanno portata a insistere
per la realizzazione di questo progetto?
Ci sono diverse motivazioni. Una scuola quando arriva a compiere degli anni, così tanti, anche così importanti, è giusto che si soffermi su questa sua storia; questo a carattere generale. Ho anche però dei motivi personali: ho frequentato questa scuola e poi ci ho fatto anche il professore per vent'anni al liceo scientifico; quindi, per me è anche un legame personale. Quello di poter trasmettere nel libro la storia un po’ è un mio restituire per tanto che mi ha dato questa scuola, sia da studente che da professore, che adesso da dirigente. Quindi un po' ho anche insistito su questo. Questa scuola fa parte della mia esperienza di vita: raccogliere nel libro è un modo un po' per raccogliere anche la mia esperienza di vita. Infine, il terzo motivo è quello per il quale quando ci credo in un progetto e mi metto dietro a realizzarlo poi mi piace andare in fondo. Non mi piace piantare le cose via a metà se vedo che si possono realizzare, anche se ci sono delle difficoltà. Un po' di difficoltà ci sono state anche in questo progetto, no? Soprattutto perché non è stato facile trovare gli articoli, selezionare il materiale, poi lavorare in tanti, mettere insieme le cose. C'è stato anche del lavoro sul vostro lavoro quest’estate. Dopo che voi avete finito c'è stato bisogno di rivedere i capitoli, rileggerli, cercare di eliminare gli errori e le differenze di stile. C’era qualche errore dal punto di vista della scrittura ed erano presenti alcune ripetizioni, perché lavorando in modo separato magari alcuni concetti all’interno dei capitoli si ripetevano un po'. Quindi c'è stato bisogno anche di fare questo lavoro. Però abbiamo creduto che era un bel lavoro e che valeva la pena portarlo a termine. Per adesso credo che sia andata bene così; le persone sono state contente. Quello sul quale sono state contente è stata soprattutto la rappresentazione, poiché il libro non è ancora letto. Poi dopo quando lo avranno letto, secondo me, saranno contenti anche di quest’ultimo. Sul libro non potevano essere contenti se non del fatto che sfogliandolo era bello; si aspettavano forse un opuscoletto e invece quando hanno visto la bella copertina, le belle immagini, sono stati soddisfatti da ciò che avevano in mano.
Il lavoro porterà beneficio alla scuola in termini di
pubblicità?
Penso di sì.
A Fiorenzuola si sa che c'è il liceo scientifico, è una scuola che c’è da tanto
tempo e molti l'hanno frequentata, quindi, non abbiamo bisogno di ricordare
alle persone che a Fiorenzuola c'è il liceo scientifico. Però credo che le
persone si siano ricordate, guardando voi, come sono bravi gli studenti del
liceo scientifico. Quindi, secondo me, oltre a portare a casa il fatto che il
liceo scientifico è attivo e mantiene alta la sua tradizione, quello che ha
colpito anche di più è stata la bravura degli studenti. Anch'io sono rimasta
molto visivamente colpita dal fatto che non leggessero. Quando ne abbiamo
parlato con i professori, all'inizio di quest’anno scolastico, dal momento che
lo spettacolo è stato preparato in breve, i professori dicevano che i ragazzi
avrebbero letto un po’ perché dovevano abituarsi; non è stato così. Farà bene
tutto ciò? Eh, penso di sì, perché, in un mondo in cui si pensa che ci siano
magari meno competenze rispetto al passato, voi avete dimostrato che i ragazzi
sono bravi. Quindi, in questo senso, forse, la gente parlerà bene del liceo
scientifico, perché ha visto dei ragazzi in gamba e dei professori che li hanno
guidati bene anche.
Lei ha frequentato questo liceo prima da studentessa, poi da
insegnante e, infine, da dirigente scolastico. Ripercorrendo questi anni, come
pensa sia cambiata la scuola?
Il lavoro svolto rispecchia la realtà del liceo che ha avuto
modo di vivere in questi anni?
Sì, penso
che il libro sia stato fedele, non penso ci siano delle esagerazioni. Non è un libro
che esalta la scuola; parla anche delle problematiche che ci sono state: ad
esempio di quando pioveva dal tetto del liceo, delle proteste che ci sono state
da parte degli studenti, delle difficoltà che si sono avute a volte. È un
libro, secondo me, molto veritiero da questo punto di vista.
Cosa si aspetta per il liceo di Fiorenzuola negli anni a
venire?
Innanzitutto,
mi aspetto che si continui da un punto di vista didattico ad andare bene,
perché andiamo già molto bene secondo i risultati di Eduscopio. Per quanto
riguarda invece il Polo, di cui fa parte anche il liceo scientifico, non vedo
l'ora che abbiano costruito la nuova palazzina, nel 2026-2027, così finalmente
il Mattei potrà estendersi e molto probabilmente partirà anche un nuovo
indirizzo professionale, il socio-sanitario, che abbiamo lanciato questi
giorni. Io ho il desiderio che il liceo scientifico, come tutti gli altri
indirizzi, continui ad andare molto bene e che i ragazzi scelgano, quando ci
sono così tante opportunità, veramente la strada che sentono sia da loro.
Vorremmo avere persone che sono contente della scelta che hanno fatto e che
sono riuscite a seguire bene il proprio percorso.
Paola
Bravo e Prabhjot Kaur Chaggar 5B LS