Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

sabato 6 giugno 2020

Saluti dalla redazione al direttore


Ogni squadra ha il proprio capitano, ogni equipaggio ha il proprio timoniere e ogni redazione ha il proprio direttore. Tutti questi guidano sapientemente il proprio gruppo superando ogni tipo di difficoltà, perché è così che si comporta un vero leader e così ha fatto anche il nostro direttore. Mattia ha saputo supportare la redazione e mettersi sempre in gioco per lei e con lei. Ha scritto, parlato e rappresentato con la sua parola le nostre voci svolgendo il suo compito in modo rigoroso. Dicono che quando un capitano cede il suo posto e “abbandona” la squadra lascerà sempre dietro di sé una leggenda, un mito così come il nostro direttore lascerà nel nostro blog i suoi pezzi in modo che siano fonte d’ispirazione per tutti. Quest’anno Mattia si diplomerà e quindi la scuola superiore lascerà il posto all’università: un nuovo viaggio formativo e ricco di avventure da vivere.

Ciao Mattia e grazie per averci guidato e aver costituito una parte fondamentale della nostra redazione.

In bocca al lupo per tutto!

Cattani Martina 3^A L.S.U. 

Caro direttore, di certo è un modo un po’ strano per ringraziarti e per concludere così un anno scolastico ma, nonostante tutto, vale la pena dirti che sei stato capace di guidarci e di rappresentarci al meglio. Sei riuscito a ricoprire il tuo ruolo con onore e, per questo, bisogna solo prenderti come modello da seguire. Sei stato il nostro portavoce, una voce che non è diventata una eco ma che si è fatta sentire, proponendo idee e mettendole un atto. 

Ci salutiamo così purtroppo, con un grazie virtuale e un augurio per il futuro. Alla fine, però, non è il gesto che conta?  

Quest’anno farai la maturità ma non vorrei sembrare troppo banale e dirti solo un “in bocca al lupo”: metticela tutta, dai te stesso, perché una volta usciti dalle superiori intraprenderai un’altra vita e un nuovo capitolo della tua storia verrà scritto.

Ti auguro il meglio.

Mariarosaria Cipolletta 3ALSU 

Caro direttore,

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe giunto questo momento? Forse nessuno credeva che sarebbe realmente arrivato, forse perché contavamo così tanto su di te che sembrava impossibile sostituirti, forse perché eri l’unico che era riuscito a fare bene il proprio lavoro. Con queste poche righe, che racchiudono questi tre anni passati assieme, ci tenevo a farti sapere che sei stato una “guida” fantastica, una sorta di Virgilio meno chiacchierone e che,  con i tuoi silenzi che dicevano tanto, hai sempre  mantenuto la calma in momenti in cui regnava il panico, o quasi, come quando all’incontro avvenuto qualche mese fa ci chiesero di far entrare in scena il direttore per rappresentare il proprio giornale/blog cosa che ci ha sorpresi e spaventati, ma riuscisti comunque a rimanere serio e professionale. Grazie per essere stato un esempio per tutti noi e grazie per averci sempre salvato da situazioni poco comode.

Buona fortuna per tutto!

 Suha Marmash 3ALSU



“I can’t breathe”

I can’t breathe! Con queste parole George Floyd, un afroamericano, ha lasciato il nostro mondo, steso a terra con il ginocchio di un poliziotto premuto sull’esofago.

L’ennesimo omicidio razzista coperto con la scusa del Coronavirus.

“George è morto perché era asintomatico e non lo sapeva”.  Queste sono le parole usate dall’agente che lo ha fermato e poi assassinato ma, ad uccidere Floyd non è stata la pandemia che ha messo in ginocchio il mondo, è stato l’odio razzista che vige in America si potrebbe dire da sempre. Essere nero ecco cosa ha portato George alla morte, il colore della sua pelle ha permesso che i suoi assassini vagassero a piede libero e disonorassero la sua morte.

Le parole della moglie sono angoscianti ma, davanti a queste l’America non rimane indifferente davanti all’ennesima morte ingiusta segue e l’esempio di un grande leader che al suo tempo per i diritti degli afroamericani ha lottato tanto, Martin Luther King, resta una luce di speranza anche a distanza di anni dal suo ultimo discorso. Esattamente come lui aveva fatto negli anni ’60, migliaia di civili scendono in piazza a lottare perché la morte di Floyd non rimanga impunita e per gridare al suo posto, a manifestare contro un odio che strappa persone dai loro cari troppo presto. Durante la protesta non ci sono distinzioni: neri, bianchi, civili e personaggi famosi, tutti insieme prendono parte alla manifestazione per dimostrare che di razza ce n’è solo una quella umana!

Le parole di Floyd da un sussurro sono diventate un grido di battaglia scritto su cartelloni, mascherine e urlato in strada e nelle piazze.

La sua storia non sarà né la prima né l’ultima sulla morte di un afroamericano, ma sicuramente costituirà un tassello importante per riuscire a eliminare tutto questo odio.

 Cattani Martina 3^ A L.S.U.