Si tratta di un evento in cui diverse redazioni scolastiche di alcune
località italiane hanno occasione di confrontarsi e parlare di argomenti di attualità,
come l'inquinamento dell'acqua trattato a Carmagnola, sede del convegno di quest'anno. Arrivati i nostri giornalisti hanno effettuato la registrazione per poi
assistere al discorso d'apertura tenuto dalle autorità locali, seguito
dall'intervista a Salvatore Giannella giornalista del settimanale
"Oggi".
Gianella, attraverso le risposte delle domande poste dai presentatori
dell’evento (ragazzi dell’Istituto ospitante), ha raccontato ai ragazzi la sua
esperienza di giornalista dando, inoltre, consigli per chi domani vorrà
intraprendere questa carriera.
Dopo l'intervista è stato il turno dei filmati preparati dalle altre
redazioni e dal "Baratto delle idee" dove, i nostri giornalisti,
hanno potuto "esaminare la concorrenza". Dopo aver pranzato la nostra redazione si è divisa nelle varie
commissioni al termine delle quali, dopo aver ascoltato il resoconto di quanto
detto negli altri gruppi, le scolaresche dovevano fare ritorno a Piacenza.
Dopo un viaggio un po' sofferto – il nostro autobus ha avuto un piccolo
problema che si è risolto con l’arrivo di un altro pullman in sostituzione di quello
guasto, i nostri giornalisti sono giunti a casa sani e salvi.
Ma vediamo ora cosa ne pensando i nostri giornalisti di questa
esperienza.
MARIAROSARIA CIPOLLETTA: penso che Carmagnola
sia stata l’esperienza più formativa per quanto riguarda la mia carriera
giornalistica. All’inizio, ad essere sincera, ero spaesata: scrivo da quasi un
anno ma ho ancora tanto da imparare e anche se, a volte, penso di non farcela
devo rimboccarmi le maniche e iniziare a ideare, scrivere e poi pubblicare. Per
Carmagnola mi è stata assegnata la commissione 8, “Essere scuola, non esserci
solo dentro!”, e abbiamo affrontato temi di attualità: i pro e i contro dei
social e il loro ruolo nella vita quotidiana, la partecipazione attiva dei
giovani a manifestazioni di protesta, la giovane attivista ambientale Greta
Thunberg e lo sciopero ambientale, la violenza nelle scuole e tra i coetanei,
le manifestazioni di Libera contro le mafie e, infine, della comunità LGBTQ+.
Mi ha colpito il modo in cui, all’interno della mia commissione, sono
state esposte le opinioni basate su questi temi di attualità, lasciandomi
completamente sbalordita. Nonostante fossimo ragazzi di scuole e città diverse,
lo scambio di idee mi ha aperto gli occhi sulla realtà che mi circonda e mi ha
fatto riflettere su quanti problemi ci siano nel mondo al giorno d’oggi. Penso
che, per almeno qualche minuto, le persone debbano fermarsi e dire: “è davvero
questo il mondo in cui voglio vivere? Pieno di violenza, spreco,
discriminazioni e odio?”. Vivendo in un paesino come Fiorenzuola posso fare
poco o niente per cambiare le cose, ma sono convinta che non necessariamente
servono grandi gesti per risolvere grandi problemi: si inizia piano piano,
scavando dentro noi stessi e capire che strada prendere e, una volta trovata,
camminare verso quelli che sono i nostri obiettivi per rendere il mondo degno
di essere chiamato tale. È difficile? Certo. Ne vale la pena? Assolutamente sì.
Perché? Perché fin dall’inizio ci hanno insegnato che studiare la storia serve
per non far commettere all’uomo gli stessi errori, ma arrivati a questo punto
siamo davvero arrivati a questo livello? L’uomo dovrebbe creare, non
distruggere. Dovrebbe amare, non odiare. Dovrebbe pensare, non agire di
impulso. Dovrebbe includere le persone, non discriminarle: che c’è di male se
sono “diverso”? Sono diverso perché è effettivamente così, o perché loro hanno
paura del cambiamento? Negli anni sono cambiate tante, troppe, cose e ci
dovremmo semplicemente abituare perché dove non c’è cambiamento, non c’è
futuro.
MARTINA CATTANI: Ho partecipato a questo
convegno già lo scorso anno e anche quest’anno ho avuto la conferma che questa
sia un’esperienza che accresce sia dal punto di vista giornalistico sia da
quello personale.
Ho preso parte alla commissione numero 9 dove abbiamo parlato della vita
dello studente tra studio, stress e social. Inizialmente quasi nessuno parlava,
ma dopo qualche battuta per sciogliere il ghiaccio è iniziato un vero e proprio
dibattito animato dalla voce di numerosi studenti. Abbiamo affrontato ogni tipo
di argomento: dal metodo di studio all’età giusta per sciegliere la scuola
superiore, scoprendo che ci crediamo tanto diversi, ma alla fine il nostro pensiero per la maggior
parte dei casi era lo stesso. Trovo sia questo il bello di questo Convegno:
riunire gli studenti che hanno la stessa passione e farli confrontare, cosa che
si dovrebbe fare anche nelle scuole, invece che creare “competizioni” fra i
vari istituti bisognerebbe unire i propri punti forti per vincere insieme.
SUHA MARMASH: Partecipare al Convegno
di Carmagnola è stato interessante. “Interessante” è un aggettivo che può
sembrare “comune”, semplice, ma che in realtà racchiude davvero ciò che ho passato
quel giorno.
Mi è stata assegnata la commissione numero 10 dove si sarebbe svolta una
discussione riguardante la scrittura seria ed ironica.
I ragazzi che dovevano presentare l’argomento avevano dato ad ognuno di
noi una scheda, che conteneva le domande a cui avremmo dovuto rispondere e un
approfondimento sulla storia dell’ironia, su come utilizzarla ed alcuni
“errori” da non fare. Inizialmente eravamo tutti imbarazzati nel rispondere
alle domande che ci ponevano, ma dopo qualche scambio di battutine abbiamo
iniziato a parlare più tranquillamente.
Si è aperta una discussione pacifica riguardante alcuni giornalisti che
utilizzavano l’ironia in modo piccante, per burlarsi di alcuni politici, abbiamo
dunque anche parlato del fatto che spesso non ci rendiamo conto che noi
giornalisti abbiamo una libertà di espressione abbastanza limitata, perché
bisogna sempre tenere conto del fatto che si potrebbe andare contro a molte
altre persone. Abbiamo messo a confronto la scrittura seria ed ironica e i loro
pro e contro. Insomma, è stato veramente utile, perché ho potuto avere un’idea
più concreta dell’ironia, ho appreso che non è semplice utilizzarla e che
spesso bisogna porsi dei limiti. Personalmente ho apprezzato il fatto che ci
fossero delle commissioni specifiche perché mi è sembrato molto coinvolgente e
non mi sono sentita “esclusa”.
2ALSU
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