Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

venerdì 29 gennaio 2021

lasciamo che la guerra resti addormentata disegni di Manuel Saccoman


 SOCRATE DICEVA CHE SE SI SAPESSE COSA E' IL MALE NON SI COMMETTEREBBE.

STOP ALLA GUERRA: ORAMAI SAPPIAMO CHE E' MALE. 

L'arte contro la guerra disegni di Manuel Saccoman

 una rosa è come una speranza

non importa se tutto è grigio perché il profumo di una rosa riuscirà a dare colore



mercoledì 27 gennaio 2021

Il derby di Coppa Italia: una notte scoppiettante


San Siro 26 gennaio 2021, lo stadio milanese ospita lo scontro diretto tra due delle più grandi rivali italiane: Milan e Inter.

Che il derby accenda gli animi non è una novità: quante volte si sono sentiti episodi di risse tra tifosi? Ma la notte di ieri sera passerà alla storia non per i due goal dei big, bensì per il vergognoso scontro avvenuto tra Romeo Lukaku e Zlatan Ibrahimovic. Siamo a fine primo tempo quando, a seguito di un fallo subito dal belga e la richiesta di ammonizione, il giocatore svedese del Milan fa una battuta di troppo ritrovandosi faccia a faccia con il grande attaccante interista.

Separati dai compagni di squadra Lukaku e Ibrahimovic non si limitano allo scontro fisico arrivando a scambiarsi pesanti insulti che vanno ad offendere la cultura della madre di Romeo che rincara la dose rivolgendo pesanti parole alla madre di Zlatan.  Insomma: due signori! Importanti per il ruolo sportivo che rivestono dovrebbero essere d’esempio per i loro tifosi, invece hanno mostrato che la violenza verbale e fisica è l’unica arma da usure quando si è attaccati, due ex compagni che, invece di mostrare lo spirito sportivo che dovrebbe animare il mondo del calcio, hanno solo scatenato un’enorme bufera mediatica che per tutta la mattina ha intasato le pagine dei maggiori social mondiali. Gli interisti attaccano Ibra accusandolo di essere uno sporco razzista e i milanisti non si risparmiano definendo Lukaku come un brutto incivile. Sicuramente su una cosa però tutti sono d’accordo questo episodio sarà difficile da dimenticare, perché il calcio dovrebbe essere qualcosa che dimostra passione e voglia di lottare, non violenza e insulti.

E voi cosa ne pensate di questo scontro tra big?  


Cattani Martina 4^A L.S.U. 


domenica 24 gennaio 2021

A RIVEDER LE STELLE ⭐️ di Aldo Cazzullo

    


A riveder le stelle
è un libro incentrato sulla figura del più grande poeta nella storia dell’umanità, Dante, colui che inventò l’Italia con le sue idee rivoluzionarie.

Aldo Cazzullo in questo libro racconta parola per parola, passo per passo,  di una delle opere letterarie più importanti e affascinanti della storia della letteratura italiana: La Divina Commedia. 

Mediante le sue opere, le sue ideologie e aspirazioni, Dante non ci ha dato soltanto una lingua; ci ha dato soprattutto un'idea di noi stessi e del nostro Paese: il «bel Paese» dove si dice «sì». Una terra unita dalla cultura e dalla bellezza, destinata a un ruolo universale: perché raccoglie l'eredità dell'Impero romano e del mondo classico, descrivendo, contemporaneamente a tutto ciò anche la bellezza della terra di cui si fa portavoce, quali ad esempio: il lago di Garda, Scilla e Cariddi, le terre perdute dell'Istria e della Dalmazia, l'Arsenale di Venezia, le acque di Mantova, la «fortunata terra di Puglia», la bellezza e gli scandali di Roma, Genova, Firenze e delle altre città toscane.

Dante è severo con i compatrioti, denuncia i politici corrotti, i Papi incapaci di governare secondo la parola di Dio, in particolar modo nella sua poetica condanna più volte papa Bonifacio VIII, un papa temporale alla ricerca incessante di sempre più potere, a discapito della Chiesa.

Allo stesso tempo Dante Alighieri esalta la nostra umanità e la nostra capacità di resistere e rinascere dopo le sventure, le guerre, le epidemie; sino a « Riveder le stelle »

"...Dinanzi a me non fuor cose create

se non etterne, e io etterno duro.

Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate"...

Coinvolgente, interessante ma soprattutto moderno, “A riveder le stelle” è un libro stupendo, in cui l'autore diventa un cronista di questo affascinante romanzo quale è la Divina Commedia, qui segue Dante quale Uomo nel suo viaggio interiore nella più totale completezza, canto dopo canto, ostacolo dopo ostacolo e nell’aspirazione ad un amore che trascende la dimensione terrestre quale è Beatrice, l’affascinante donna-angelo per cui Dante prova un travolgente amore platonico.

Durante questa lettura ho apprezzato numerose riflessioni e  pensieri personali dell’autore, in particolar modo, la citazione che più mi ha impressionato e affascinato è la seguente:

 “ L’Italia non è nata dalla politica o dalla guerra.

Non da un matrimonio dinastico, non da un trattato diplomatico.

È nata dalla cultura e dalla bellezza.

 Ziliani Camilla

 


Se Aldo Cazzullo si fosse seduto in cattedra nelle nostre aule ai tempi della scuola, sono sicuro che per molti di noi il rapporto con Dante e con la Divina Commedia sarebbe stato completamente diverso, sarebbe stato capace di regalare grandi emozioni a tanti studenti, facendogli scoprire la bellezza di una delle vette più alte della nostra letteratura e, forse, della letteratura mondiale.

“A riveder le stelle” è un libro che si legge con facilità e che ha il pregio di far riappacificare intere generazioni con il sommo poeta e con la sua Commedia.

La raffinatezza delle pagine di Cazzullo sta nel ricordarci la bellezza che l’Italia ha regalato al mondo e che troppo spesso ci sfugge – o della quale ci dimentichiamo con facilità.

Come Virgilio accompagna Dante attraverso l’Inferno, Cazzullo accompagna il lettore alla riscoperta (o alla scoperta) dell’opera dantesca, ripercorrendo anche il viaggio che ha portato alla nascita di un sentimento italico con numerosi e ripetuti riferimenti di carattere storico, letterario e culturale che legano il passato ai giorni nostri. In questo libro, l’autore è in grado di emozionare qualsiasi lettore, chi ha amato Dante, coloro che con la Divina Commedia hanno avuto sempre un rapporto di diffidenza maturato dai tempi delle scuole superiori e chi la Divina Commedia la conosce poco ma è animato dal desiderio di conoscere un’opera dalla quale è nata l’idea di Italia.

Cazzullo, con questo libro scritto “sopra” la Divina Commedia, ci ricorda non solo la bellezza dell’opera di Dante ma, soprattutto, la straordinaria modernità del suo pensiero e delle idee che proprio dalla Commedia hanno spiccato il volo per divenire immortali.

Spesso i lettori sono alla ricerca di pagine che insegnino qualcosa; questa è la lettura perfetta, in grado di riappacificarci con la letteratura e di vincere alcune sfide di conoscenza il cui campo era stato abbandonato ai tempi di scuola.

SIGNORILE MARTINA

Empowered woman


Empowered woman: analizziamo e contestualizziamo questo termine.

Come molti sapranno, anche se è abbastanza intuitivo, questo termine significa letteralmente “donna di potere” oppure “donna emancipata” ma, contestualizzato nella nostra generazione, assume una sfumatura femminista secondo cui qualsiasi donna sia in grado di essere chi vuole essere. Ovviamente come qualsiasi termine assume significato differente nei vari contesti in cui viene utilizzato. Un concetto che per molti sembrerebbe scontato, ma che in realtà per moltissime donne non è così, ed è proprio il significato di donna di potere, donna indipendente che ha assunto una connotazione pressocché tossica.

Oggi giorno una donna indipendente viene direttamente collegata ad una donna che si veste come vuole, gestisce la propria vita autonomamente senza nessun aiuto, non deve necessariamente avere figli o essere sposata, ecc. Sicuramente starete pensando che tutto ciò dovrebbe essere dato per scontate visto che ci troviamo nel 21esimo secolo, ma fidatevi: non è così.

La domanda che ora vi pongo è la seguente: che cosa si aspetta la società odierna, quando parla di donna indipendente? Una risposta che potrei darvi è questa: una donna di potere nel 21esimo secolo è una donna che non è oppressa dall’uomo. Ora dobbiamo analizzare il significato che molti attribuiscono per oppressione da parte dell’uomo: da un lato abbiamo chi crede che le donne non debbano essere oppresse dal cosiddetto sesso forte, dalla società e dagli stereotipi femminili in generale, dall’altro abbiamo chi si concentra nell’attribuire il concetto di oppressione nei confronti di una donna da un punto di vista squisitamente modaiolo. Mi spiego: dimmi come di vesti e ti dirò chi sei.

Se vi mostrassi la foto di una donna che indossa un qualsiasi tipo di velo, che sia hijab, o niqab, o burka ecc. la prima cosa che vi verrebbe in mente è che questa donna è stata oppressa dal marito, dalla famiglia, dalla religione, dalla società in cui ha vissuto ecc. Ed è proprio qui che vorrei arrivare: per quale motivo attribuiamo il significato di donna indipendente ad una donna che necessariamente deve mostrare il proprio corpo? Per quale motivo una donna non ha la libertà di decidere di vivere una vita in maniera modesta? Nel 21esimo secolo è davvero necessario mostrare le proprie gambe per essere una donna indipendente? La risposta è no. Una donna indipendente ha il pieno diritto e la piena libertà di scegliere se mostrare il proprio corpo o meno, scegliere se sposarsi o meno, oppure se avere o non avere figli. Ma chi è che ha contribuito alla diffusione di questo concetto così tossico? La risposta che personalmente mi viene spontanea è che gran parte della manipolazione l’hanno gestita i media, che hanno riempito la testa alle persone facendogli credere che l’oppressione nei confronti di una donna equivale all’obbligarla nell’indossare ciò che l’uomo, la famiglia, la religione vuole, azzerando così il libero arbitrio di scegliere cosa fare del proprio corpo e imponendo uno stereotipo che vede una donna forte e determinata solo se “si scopre”.  Con questo non sto dicendo che una donna non è libera se mostra le gambe o le braccia, ma è per farvi riflettere su quest’idea di indipendenza femminile che è stata ribaltata dai media, come anche dai social, con il risultato della banalizzazione del reale concetto di empowered woman.  

Riflettiamo dunque: quando – noi donne – siamo davvero libere? E cosa significa essere libere? Non è facile dare una risposta a queste domande, me ne rendo perfettamente conto, eppure credo che soprattutto noi che saremo il futuro, dobbiamo quanto meno riflettere su cosa davvero vogliamo essere.

Suha Marmash, 4ALSU                                           

sabato 23 gennaio 2021

HOW I MET YOUR MOTHER


La sitcom How I Met Your Mother (in Italia “E alla fine arriva mamma!”) si è conclusa nel 2014 negli Stati Uniti dopo nove stagioni.

La trama è davvero avvincente: usando come pretesto il ricordo del primo incontro con la loro madre, Ted, un affermato architetto, nel 2030 inizia a raccontare ai suoi due figli la sua vita e quella dei suoi amici all'inizio del XXI secolo, e tutte le difficoltà sentimentali che ha dovuto affrontare prima di incontrare la donna dei suoi sogni; non che sua futura moglie e madre dei suoi figli.

Il loro gruppo è completato da Barney Stinson, un ricco avvocato e impertinente donnaiolo conosciuto per caso che farà parte essenziale della vita di Ted; come anche i suoi 2 migliori amici: Marshall, aspirante avvocato e Lily, la fidanzata dai tempi dell’università, una maestra d’asilo. A completare il tutto arriverà successivamente Robin Scherbatsky, una giornalista ed aspirante conduttrice televisiva di origini Canadese, donna con un carattere molto forte che non si fa mai mancare niente.

Quanto avranno in comune le loro vite?

Lo scoprirete passando giorno per giorno le avventure e le disavventure con i protagonisti Ted, Barney, Marshall, Robin e Lily.

Selia e Katia

Come sempre vi lasciamo il trailer della serie

How I met Your mother - Super trailer HD (Updated)




giovedì 21 gennaio 2021

LETTERA APERTA DELLA 2A SCIENTIFICO


Cara professoressa (la prof.ssa in questione è Anna Cigala, ndr), le scrivo a nome della classe per comunicarle che la decisione di non partecipare alle lezioni in data 11/01/2021 da parte di alcuni membri della classe non è stata casuale, ma ragionata e fondata da motivi validi secondo la nostra opinione.

Non siamo infatti d'accordo sul metodo che è stato preso per contrastare questa situazione che risulta scomoda per tutti, per noi studenti, che dobbiamo continuamente adattarci alle modifiche senza mai sapere nulla di certo, e anche per i professori, che si ritrovano quotidianamente a dover cambiare piani di interrogazioni e verifiche. Vorremmo che in questa situazione, la scuola sia considerata più come una priorità al contrario di come sta accadendo. Riteniamo, infatti, che l’impegno e le attenzioni ad essa rivolte non siano sufficienti paragonate a tutti gli sforzi e alle continue difficoltà che moltissimi studenti stanno avendo. Inoltre, i continui prolungamenti del ritorno a scuola in presenza ostacolano l'apprendimento di molti studenti. Pensiamo, quindi, che serva prendere una decisione definitiva che renda chiaro il programma da seguire.

Speriamo che il nostro messaggio possa passare in maniera più diretta, ma non tutti quelli che hanno aderito allo sciopero poi hanno mantenuto la parola data, ovviamente non è un problema perché sappiamo che pochi ci supportano in questa iniziativa.

Ci scusiamo per il disagio creato ai professori e ai compagni di classe, ma pensiamo che serva agire per almeno provare a cambiare la situazione.

La prego di mandare questo messaggio anche agli altri professori per specificare che non abbiamo scioperato senza motivi, ma per dare voce alle numerose ingiustizie subite e per un rientro in classe sicuro il prima possibile.

Cordialità.

La classe 2ALS

 

Questa lettera è stata scritta dai ragazzi della 2° A del Liceo Scientifico del nostro Istituto alla loro docente di italiano, una voce fuori dal coro – purtroppo - una lettera forte che non deve finire inascoltata perché il senso critico e la coscienza del ruolo che si ricopre resta un caposaldo dell’insegnamento e del buon bagaglio culturale che la Scuola, quella con la S maiuscola, deve o dovrebbe dare. Questi ragazzi hanno dimostrato non solo di capire la drammatica situazione in cui versa la scuola del covid e, senza però mai dimenticare che la sicurezza è fondamentale per una ripresa dello studio in presenza, hanno comunque posto in luce un problema serio: il diritto allo studio, oggi calpestato come fosse l’ultimo dei problemi sociali. Senza la scuola non c’è futuro!

Bravi ragazzi!

 Michela Pisu, docente di Filosofia e Scienze Umane 

domenica 17 gennaio 2021

I DISEGNI DI MANUEL

LA MUSICA NEL CUORE...

giovedì 14 gennaio 2021

El cuadro de la familia


Il dipinto El cuadro de la familia, come fu chiamato sino nel 1843, poi tramutato in Las Meninas, è stato realizzato dallartista Diego Velazquez nel 1656 su commissione del re Filippo IV di Spagna. È un olio su tela di grandi dimensioni, 318 x 276 cm, attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid. Questo dipinto è stato oggetto di numerose riflessioni e analisi, interrogativi ricorrenti, al quale molti storici dellarte hanno cercato di dare una risposta: perché lartista, invece di raffigurare i sovrani nella loro fisicità, ha preferito rappresentare il loro riflesso in uno specchio? Perché ha deciso di collocare lo specchio in fondo alla stanza, al centro del dipinto? Come mai ha posto nel gruppo della famiglia reale anche il proprio autoritratto? Cosa rappresenta realmente il dipinto?

Cerchiamo di dare una risposta a tutti questi interessanti quesiti, ci aiutiamo – nel fare questo – osservando attentamente il dipinto e, soprattutto, contestualizzando il periodo storico e anche la psicologia dell’artista.

Possiamo subito anticipare che Velazquez voleva farsi ritrarre: lui non vedeva il ritratto come una macchina di stato, ma come uno specchio del suo invecchiamento, ecco perché ha preferito, anziché raffigurare i sovrani nella loro fisicità, rappresentare il loro riflesso in uno specchio. Filippo IV temeva invecchiare e un quadro avrebbe finito con l’essere una sorta di ritratto in perfetto stile Dorian Gray.

La penultima, o   perlomeno  l'ultima immagine in cui è  rappresentato  senza artifici è  la raffigurazione che gli venne fatta durante la presa di Fraga, nella guerra di Catalogna. Posò per tantissime ore al freddo, infatti Velasquez imponeva anche al Re delle pose estenuanti. Aveva un atteggiamento trionfale, ma un volto pallidissimo. Dopo questo il Re decise di non farsi più ritrarre per nove anni. Poi quello di cui stiamo appunto riflettondo, un dipinto di quando Filippo IV aveva 51 anni, in cui si risalta il suo decadimento fisico del volto e del corpo. Questo invecchiamento era visto dal Re come una metafora del declino dello Stato. Il re Filippo IV e la regina Marianna dAustria sono rappresentati in uno specchio. Questo simboleggia lo Specchio della Maestà” o Specchio del Principe”. Infatti il suo scopo è quello di rappresentare unimmagine ideale ed esemplare, una norma di condotta, di comportamento, di carattere e di pensiero, che non può essere di origine corporea. Lo specchio simboleggia quindi il riflesso di un ideale artistico e, in questo caso, il riflesso di un Principe Perfetto” cioè del re ideale e della regina ideale. 


Sulla parete in fondo, sopra la testa dellInfante Margherita e direttamente di fronte agli spettatori della scena dipinta, c’è uno specchio alto circa un metro in cui sono riflessi limmagine del re Filippo IV e della regina Marianna dAustria. Velasquez ha deciso di collocare lo specchio in fondo alla stanza, al centro del dipinto, così come centrale era la loro figura nella società dell'epoca. Proprio dal re e dalla regina dipendono le attività di tutti i cortigiani e le qualità morali della corte. La posizione dello specchio rappresenta uno dei punti nevralgici e uno dei tre punti focali della struttura della composizione. Inoltre è come se i reali fossero al nostro posto, infatti gli sguardi dei personaggi del dipinto sono rivolti verso il pubblico. Ci sono diverse interpretazioni sulla funzione dello specchio e sul perché sia stato messo proprio in quel luogo. Esso si trova di fronte alla tela che Velasquez sta dipingendo e questo, secondo Palomino, gli permette di mostrarci ciò che sta rappresentando nella tela e che noi non possiamo vedere, perché ci è visibile solo la parte posteriore. Secondo invece Michael Foucault lo specchio non dovrebbe riflettere la tela, ma il re e la regina in persona, di cui si certificherebbe la presenza al posto dello spettatore di oggi: noi siamo il re e la regina. Di conseguenza, i due regnanti stavano nel posto in cui avrebbe dovuto trovarsi Velasquez in persona dipingendo il quadro. Allora il soggetto e lautore del quadro si mescolano magicamente. Secondo il suo ragionamento quindi, se lo specchio non riflette la tela, ma il re e la regina in persona, allora nella tela sta dipingendo Las Meninas, quindi un quadro, nel quadro. Questa ipotesi però venne successivamente smentita e ritenuta più corretta quella di Palomino. 

Il dipinto Las Meninas si potrebbe paragonare ad un trattato per leducazione del Principe. Così Velasquez ha deciso di porre anche il proprio autoritratto nel gruppo della famiglia reale, per evidenziare la volontà di rispettare i propri doveri di cortigiano nelleducazione del principe. Ha deciso di ambientare lopera nel suo atelier con lo scopo di elevare la sua condizione di intellettuale. Inoltre, perché il suo studio è simbolo dello spirito, dellinvenzione, della creazione, dello studio degli ideali e della verità. Lui si rappresenta mentre sta dipingendo una grande tela, di cui però è visibile solamente la parte posteriore, quindi non si può sapere cosa stesse rappresentando. Secondo Palomino stava dipingendo limmagine del re e della regina, la cui immagine è riflessa nello specchio. Secondo Foucault, invece, stava rappresentando Las Meninas, ma successivamente questa teoria venne smentita. 

Il vero soggetto dellopera è lInfanta Margherita. La sua immagine può avere più significati: il ritratto del suo aspetto e della sua persona fisica e il riflesso naturale dei suoi genitori, ma anche le condizioni del suo essere e della sua educazione. La bimb infatti è stata raffigurata mentre stava in modo educato in posa, sotto la guida del riflesso del re e della regina.

Il dipinto rappresenta, anche, il terribile momento della posa, quella che Filippo detestava. Può significare, inoltre, la genesi” di un ritratto. Mostra come nasce il doppio ritratto del re Filippo e della regina Marianna. Velasquez però non immaginava di farci vedere il ritratto con gli occhi dellartista, ma con gli occhi del soggetto in posa. Si dovrebbe vedere il ritratto del re, ma in realtà si contempla la genesi del ritratto del re”. Si osserva lartista al lavoro e la macchina che doveva alleviare la noia del modello (i cortigiani, i nani, i cani e la figlia del re con le sue ancelle). Quindi langoscia del re, la sua noia e linsofferenza verso la lentezza di Velasquez sono il vero spettacolo. Il momento rappresentato nel quadro è la fine della posa del ritratto, la fine delle sofferenze. Si può notare infatti che il nano Nicolasito Pertusato sveglia con un piede il mastino del re, il cane che lo seguiva in tutti i suoi spostamenti. Inoltre un paggio apre la porta. Questo significa che la posa sta per finire e i sovrani possono lasciare latelier di Velasquez. Questultimo, infatti, sembra allontanarsi dal cavalletto per controllare se la sua opera è terminata e se può concedere al re la sua libertà. Il quadro vuole rappresentare la fine delle sofferenze di Filippo IV e fu questo il motivo per cui il re lo volle porre nel suo studio, uno spazio aperto a tutti.

La fine della posa ha però un significato metaforico, infatti allude allinvecchiamento del re e di Velasquez: moriranno poco dopo. Per il sovrano questa quadro rappresenta la liberazione, una libertà dalle costrizioni e dalle finzioni del governo, che solo la morte poteva dargli. Il senso più profondo di Las Meninas è quello di svelare le contraddizioni, i limiti, le sofferenze, le ambiguità del potere. Larte infatti celebra il potere, lo legittima, lo consacra da secoli. La libertà dellartista si insinua come una lama, restituendo la libertà a tutti e in particolare al re.

Martina Ferri, 4BLSU

martedì 12 gennaio 2021

I DISEGNI DI MANUEL

 





lunedì 11 gennaio 2021

“FACEBOOK: QUANDO UN SOCIAL TI SALVA LA VITA!”


Oggi non ci spostiamo in giro per il mondo, ma rimaniamo nella nostra provincia raccontando la storia di Valentina Casarola che grazie a Facebook ha potuto salvare la vita di un’altra donna.

Era un pomeriggio come tanti, quando Valentina scorrendo tra le varie pagine di uno dei social più usati quotidianamente s’imbatte in un post che la lascia molto perplessa, l’autrice infatti scrive “Niente non c'è la faccio più… Scusate mondo… Scusate figli miei”.

“Ho visto che molti le avevano scritto ma la donna non rispondeva!” Così Valentina, dopo un primo tentativo di contattare anche lei la donna, decide di non stare con le mani in mano e avverte subito il 112 di Fiorenzuola d'Arda che, dopo uno scambio di informazioni con la polizia postale, riesce a collegarsi con i colleghi di Milano, luogo di residenza della donna, e a trovare l’indirizzo della donna dove interviene una volante e un’ambulanza.

Tutta l’operazione si svolge in pochi minuti e fortunatamente la donna sta bene e dopo un colloquio con gli agenti sostituisce il post con un altro in cui scrive “Sto bene, ho appena parlato con la polizia. Grazie a tutti per avermi fermata!”

Così Valentina è riuscita a salvare un'altra vita, grazie a uno degli strumenti più criticati dalla società moderna, uno strumento visto come una rovina per i giovani. Tutte le cose hanno i loro lati negativi e i loro lati positivi, sta a noi capire come utilizzarli nella maniera giusta e Valentina c'è riuscita portando grande positività in un periodo dove la felicità tende a scarseggiare.

Complimenti ancora Valentina Casarola.

Cattani Martina 4^A L. S. U.

sabato 9 gennaio 2021

America: ancora violenza negli USA


Washington 6 gennaio 2021, ancora una volta le pagine dei notiziari di tutto il mondo pongono la loro attenzione sugli USA.

È pomeriggio, da noi in Italia sera, quando, nel corso di una riunione per parlare nuovamente dei risultati delle elezioni, il Palazzo del Congresso viene invaso da una “folla inferocita”. Questo gruppo che si fa chiamare PROUD BOYS è formato da vari sostenitori di Trump che, dopo le sollecitazioni dell’attuale presidente in carica, hanno manifestato il loro pensiero politico nel peggiore dei modi, disonorando uno dei luoghi simbolo della storia americana.

Sulle scalinate del Campidoglio se ne vedono di tutti i colori: da chi simula la morte di George Floyd ridendo a chi si traveste da presunto sciamano per profetizzare un’America senza futuro! Ma la cosa che porta a ricordare questo giorno come uno dei più brutti nella storia contemporanea statunitense è il nuovo sangue che scorre per strada. I manifestanti entrano armati e la polizia è costretta ad intervenire provocando così 4 morti e 13 feriti.

Il presidente Biden descrive questo scenario come un atto senza precedenti, mentre Trump non commenta dichiara solo che non sarà presente alla cerimonia di insediamento dell’avversario.

Ancora una volta abbiamo la dimostrazione di come la violenza generi altra violenza, perché se i manifestanti avrebbero agito in maniera pacifica la polizia non sarebbe intervenuta con lacrimogeni e molto altro e a quest’ora il rosso di troverebbe solo sulla bandiera e non nelle aule del Campidoglio.

Cattani Martina 4^ A L.S.U.

mercoledì 6 gennaio 2021

Gente d'Irlanda di Rossana Guarnieri


Londonderry 1921 guerra per l'indipendenza in Irlanda; questo è lo scenario che vede protagonista Pat, un giovane ragazzo di sedici anni, che con la sua famiglia e i suoi amici conosce la quotidiana serie di disordini e di violenze che insanguinano questo luogo.

Dopo un terribile incidente Pat e suo fratello, Sean, si uniscono ai guerriglieri dell'I.R.A. inizialmente per pure gioco ma subito dopo finiscono per rimanere coinvolti nella spirale senza fine delle bombe, degli attentati e della violenza, lasciando tutti, famiglia, amici e la loro città per fare i terroristi a Belfast.

Svolgeranno le loro missioni senza indugi, attenti ai loro doveri e sapranno riscattarsi ma questo avverrà con ulteriore spargimento di sangue.

 “A Belfast la primavera era meno primavera che a Londonderry; o forse, era la città che riusciva a soffocarla, a impedire di spaziare nelle strade”

Questo libro è veramente spettacolare, commovente ed emozionante; una storia che in pochi conoscono, le sventure che hanno accompagnato l'Irlanda nel 1921, quella guerra civile che ha visto stravolgere la vita di tantissime famiglie e bambini, che ha cambiato completamente le persone.

Pat durante la lettura del libro, cambia idee e pensieri, non è più quel ragazzo innocente che abbiamo conosciuto ad inizio libro, ma è pieno di rabbie, ansie e paure causate dalla guerra; e poi con l'arrivo di Beth, la ragazza dai capelli rossi alla quale è tanto affezionato, le sue emozioni saranno completamente offuscate.

Mi è piaciuto molto questo libro, l'autrice è riuscita a raccontare di argomenti molto forti in modo semplice e chiaro, facendo trapelare, attraverso i protagonisti, le loro emozioni, angosce e paure; un libro davvero bellissimo.

-Martina Signorile-

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CIAO CIAO 2020…


Le vacanze natalizie ormai sono sul punto di terminare, i panettoni sono stati mangiati quasi tutti e l’unica cosa che ci resta da fare è smontate il nostro amato albero di Natale. Il 2020 non è stato un anno qualsiasi ma è stato l’Anno con la A maiuscola che non dimenticheremo mai e di cui si sentirà parlare sempre nei nostri discorsi. “Ti ricordi quando…” sarà la colonna sonora di questa generazione perché mai ci saremmo aspettati di vivere una situazione del genere. Ma nonostante tutto, nonostante le lotte continue, le tragedie, i pianti e le perdite, le persone si sono rese conto che c’è qualcosa di molto più potente di tutto ciò: la solidarietà, la forza, l’amore. Perché si cambia, anche quando non ce ne accorgiamo. Forse un giorno, ci volteremo e guarderemo il 2020 con un piccolo sorriso e penseremo che sì, nonostante tutto siamo sopravvissuti e continuiamo ogni giorno a lottare a ad andare avanti. Abbiamo riscoperto il piacere di avere delle passioni, dei sogni, ma cosa più importante, secondo il mio modesto parere, abbiamo riscoperto di avere dei sentimenti, delle emozioni, degli stati d’animo che si davano per scontato fino a un anno fa. Nel bene e nel male ci siamo focalizzati tutti su aspetti della nostra vita che mai avremmo pensato di affrontare e potremmo aver perso o vinto tutto, ma non importa più ormai. È stato un Capodanno diverso perché non si dava il benvenuto a l’anno nuovo, ma si diceva addio a quello vecchio. In 17 anni non ho mai detto addio ad un anno in particolare, semplicemente speravo che l’anno dopo fosse migliore. Ma questa volta è diverso e credo, o almeno spero, che per altre persone sia così. 
Abbiamo odiato questo 2020 solo per il fatto che ci ha tolto via tutto, ma abbiamo urlato perché, ormai, non ci fa più paura.

Ciao ciao 2020, riprovaci un’altra volta, magari sarai più fortunato e ti farai apprezzare anziché odiare... e buon 2021 da tutta la redazione del Mattei’s blog.

Mariarosaria Cipolletta 4ALSU