Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

lunedì 17 febbraio 2020

Presepe delle campagne



La premiazione del X° concorso fotografico e giornalistico per le redazioni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, si è svolto nella mattina del 15 febbraio 2020, presso il club cinematografico di Fiorenzuola d’Arda.
“Il presepe racconta la concretezza che viene dalla vita quotidiana, la tenerezza che nasce con lo stupore della nascita”, così l’associazione Terre Traverse, da anni promotrice di iniziative rivolte alla valorizzazione del mondo rurale piacentino, ripropone per il X° anno consecutivo il concorso “Il presepe delle campagne”. L’iniziativa ha visto coinvolte le famiglie delle comunità di San Protaso, Baselicaduce e I Doppi, frazioni di Fiorenzuola d’Arda e di Castell’Arquato, nella realizzazione di presepi.
Alla premiazione, presentata dal giornalista Gaetano Rizzuto, sono intervenuti: il presidente e vice presidente dell’associazione Terre Traverse Gianpiero Bisagni e Annarita Arduini, il direttore del settimanale Il nuovo giornale Don Davide Maloberti, il direttore del quotidiano La Libertà Pietro Visconti, Monsignor Gianni Vincini, il presidente del circolo fotografico di Fiorenzuola d’Arda Luigi Peveri e Il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi.
Dichiarazioni entusiastiche da parte dei convenuti che hanno sottolineato l’importanza della partecipazione e del coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e dei loro alunni.
Tra le sette scuole aderenti, 4 le secondarie di primo grado e 3 quelle di secondo, così premiate: per la categoria delle scuole secondarie di I grado, il quarto posto, al giornale “Fuori Classe” della scuola Calvino di Piacenza, con il premio Parrocchia di Fiorenzuola, il terzo al giornale www.news” della scuola Petrarca di Pontenure, con il premio Circolo Fotografico di Fiorenzuola, il secondo al giornale “Chi più ne ha” della scuola Amaldi di Rovereto di Cadeo, con il premio Il nuovo giornale, e al primo posto il giornale “Icaro” della scuola Gatti di Fiorenzuola d’Arda, con il premio Terre Traverse. Per la categoria delle scuole secondarie di II grado, al terzo posto il giornale “Carpe diem” dell’Istituto Mattei di Fiorenzuola d’Arda, premiato per la foto più bella con il premio La Libertà, al secondo posto il giornale “Obiettivo terra” dell’Istituto Marcora di Cortemaggiore con il premio Comune di Fiorenzuola, e al primo posto il giornale dell’Istituto Romagnosi di Piacenza con il premio Terre Traverse

La redazione del Carpe Diem










venerdì 7 febbraio 2020

MERITOCRAZIA: TRASPARENZA O SOLO FINZIONE?

La televisione pubblica è una parte di “servizio culturale” che fornita dallo Stato e che si rivolge a tutti i cittadini (che possiedono ovviamente un televisore o un pc, o qualunque strumento video) per la loro educazione. A differenza della tv pubblica, la televisione privata ha un emittente televisivo che trasmette a livello locale (es. trasmissioni come “tele Lombardia”).

Ai giorni d’oggi entrambe le televisioni puntano sull’intrattenimento e sul coinvolgere quanti più spettatori possibili utilizzando, talvolta, strategie diverse che vengono utilizzate per fare concorrenza, che è un cardine fondamentale della televisione di oggi. Per la competizione si usano strategie diverse e una delle tante è sicuramente la cura con cui vengono scelti i conduttori nei vari programmi televisivi preferendo, la maggior parte delle volte, visi riconoscibili ai quali il pubblico si affeziona con il passare del tempo.

Ma per fare tali scelte, quali criteri devono utilizzare?

Partiamo dal presupposto che ogni giorno viviamo in un ambiente meritocratico, ovvero un ambiente dove ti vengono conferiti meriti, che siano materiali o di ordine morale, che si basano soltanto in relazione con i meriti individuali.

Ma siamo sicuri che certi meriti vengono davvero considerati per il loro valore?

Al mondo ci sono miliardi di persone che o per lavoro o per studio o per imprese degne di essere premiate, ricevono dei meriti.
Perché la Meritocrazia dovrebbe essere trasparenza, uguaglianza e soprattutto, Merito.
Tuttavia però non è sempre così. Perché, quante volte abbiamo pensato che una cosa fosse immeritata o ingiusta? Quante volte pensiamo di meritare qualcosa di più rispetto ad un’altra persona? Quante volte ci chiediamo “Perché a lui/lei sì e io no”?
E se provassimo a spostare queste domande puntando il dito sul nostro Paese potremmo capire come la meritocrazia non viene usata nella maniera più esatta. Basti pensare all’ultimo ma non ultimo episodio di cronaca recente, che ha visto coinvolto Amadeus, famoso presentatore Rai, e tutte le “bellissime” conduttrici nella prima conferenza stampa di Sanremo.
In breve tali conduttrici sono state presentate con “donne capaci di stare un passo indietro al proprio uomo” (riferito alla fidanzata di Valentino Rossi, Francesca Sofia Novello), “uno dei volti storici più belli del TG1” (riferito a Laura Chimenti) ma, soprattutto, come “bellissime”, “simpaticissime” e (ancora) “molto belle”, come se la bellezza fosse un merito e non un caso biologico.

Pensandoci, la cosa che fa più riflettere non è tanto il fatto che sia successo ad una conferenza per l’inizio del festival di Sanremo o che lo abbia detto Amadeus, quello che può far riflettere e che da più tristezza è che, ancora una volta e ancora nella società di oggi, nonostante si siano fatti passi avanti si continuano a fare sempre gli stessi errori pregiudizievoli. Fa riflettere come queste donne siano state scelte solo per il loro aspetto fisico e non per i loro meriti o per la loro bravura, perché agli occhi esterni sembra facile ma in TV, nolenti o volenti, devi rispettare certe regole.
Se non le rispetti? Sei fuori.

Potremmo anche pensare come sarebbe stato se lo avessero detto di un uomo.
Perché qui non si sta parlando di generi, ma di persone. Persone che, a prescindere dalla loro identità morale, vengono caratterizzati attraverso stereotipi antichi e mai davvero visti come tali. Assumere per un lavoro qualcuno per la bellezza e non per la bravura, a meno che il lavoro non sia quello di modella, direi che si rischia di creare dei fraintendimenti di non poco conto. Come ad esempio che chi non è bello non ha diritto neppure di un lavoro.
Direi che il presupposto è sbagliato per principio.

 Mariarosaria Cipolletta 3ALSU
Suha Marmash 3ALSU

mercoledì 5 febbraio 2020

Giochi didattici fai da te

le proff. Michela Pisu (filosofia e scienze umane) e Maria Cristina Incerti (fisica e matematica) con la Dirigente Rita Montesissa
Le classi quinte del Liceo delle Scienze Umane si sono cimentate a creare la loro idea di gioco didattico, sulla falsa riga delle regole della grande pedagogista italiana, Maria Montessori. 


Sono andati presso la scuola dell'Infanzia di via San Rocco, a Fiorenzuola, ospitati dalla maestra Alessandra Contin.
Vi raccontiamo l'esperienza attraverso delle semplici immagini: i bimbi giocano felici con i nuovi giochi e Alessio Babieri (5BLSU), Giosuè Tallarita (5BLSU), Chiara Rolleri (5ALSU) e Alice Anguissola (5ALSU) hanno indossato i panni di novelli pedagogisti. 

perché noi della scienze umane… valiamo!

la Redazione 







lunedì 3 febbraio 2020

Alternanza: paure e aspettative

A partire da fine gennaio inizia per molti di noi studenti una nuova esperienza che ci porterà fuori dalle mura scolastiche e dentro al mondo del lavoro: il cosiddetto periodo di alternanza scuola-lavoro.
Non tutti siamo disposti fuori da scuola, molte classi essendo il primo anno affrontano l’alternanza solo internamente all’edificio scolastico, ma per chi deve recarsi fuori delle mura scolastiche è una nuova avventura.
Pur essendo sistemati in ambienti che più o meno conosciamo, l’ansia da prestazione è ben presente, pensieri e paranoie prendono piede nella nostra mente e scacciarli non è per niente semplice.
Come affronteremo gli eventuali ostacoli? In che rapporti saremo con le persone che divideranno con noi questa esperienza?
Tante domande senza risposta, tante incertezza che verranno risolte da ogni ragazzo a modo suo.
Si metteranno in campo le abilità apprese a scuola, si proverà ad intervenire individualmente cercando di mostrare le proprie qualità e si cercherà di riempire il proprio bagaglio con nuove competenze.
Ogni ragazzo avrà il proprio percorso, ogni ragazzo gestirà l’esperienza come meglio crede e ognuno tornerà con qualcosa in più.
Non ci resta che dire buona alternanza a tutti.

Cattani Martina 3^ A L.S.U. 




L'eco del Big Bang


 Quali sono i segreti dell’Universo?
Che l’Universo sia ricco di eventi che a noi, occhi umani, sono celati e spesso incomprensibili, è noto a tutti, quali siano questi segreti resta invece ancora tutto da scoprire.
Giovedì 30 gennaio, presso il nostro Istituto, Jacopo Papalini, dottorando in fisica teorica presso l’Università di Parma, ha esposto alcune delle teorie che riguardano l’inizio del nostro universo.
L’eco del Big Bang è il titolo del seminario, un viaggio cosmico senza navicella, eppure ugualmente entusiasmante. Partendo dalla storia dell’espansione dell’universo, sin dalla sua storia primordiale, fino alle epoche storiche più recenti, il nostro mondo fatto di energia e cambiamenti è molto più di quello che possiamo vedere e percepire. Ciò che sembra oramai chiaro è che il vuoto è un concetto fittizio quando si parla di materia, essendo esso stesso ricco di fluttuazioni. Papalini ha anche precisato la dinamicità del nostro Universo, vivacità che si può ottenere per implosione ed espansione continua.
Passione e chiarezza espositiva hanno creato un clima tra il filosofico e lo scientifico, a tratti un mondo onirico e fantascientifico: Philip K.  Dick avrebbe amato questo seminario.
Probabilmente sarebbe stato in grado di vedere al di là delle parole raccontate e si sarebbe chiesto se conoscere come è nato il nostro Universo ci avrebbe anche spiegato la strada che noi umani stiamo percorrendo. E se Einstein non sbaglia neppure quando sbaglia, noi poveri profani possiamo dire che la fine è sempre anche un inizio, e che forse il Big Bang non ha avuto alcuna origine se non nella morte di qualche altro universo nato molto prima del nostro.

La redazione