Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

martedì 3 marzo 2020

Keep calm Coronavirus


Nelle ultime settimane, e negli ultimi giorni in particolare, la parola d'ordine per suscitare l'attenzione di qualcuno o semplicemente l'argomento più diffuso di cui poter parlare è sempre lo stesso: il Coronavirus. In questo articolo, proveremo a far conoscere maggiormente la natura e le tappe in cui si è imposto questo virus, che è ormai sulla bocca di tutti ma che realmente poche persone ne conoscono effettivamente cause e conseguenze. L'epidemia da Coronavirus riguarda un ceppo influenzale, il Covid-19, ancora sconosciuto, che quindi non permette di capire quale sia la vera natura di questo contagio. I primi casi sono avvenuti in Cina, nel dicembre del 2019, più precisamente nella città di Wuhan, dove si sono verificati diversi ricoveri di persone colpite da una forma di polmonite molto contagiosa: i primi report infatti degli ospedali parlano di contagi che derivano da un virus sconosciuto. Il 7 gennaio 2020 le autorità di Pechino, che fino a qualche giorno prima negavano la realtà di questo nuovo ceppo influenzale, riconoscono ufficialmente il virus, facente. Cominciano dunque i primi studi e le prime ricerche per conoscere meglio questo ceppo. Diagnosi: pur non essendo aggressivo in sé, il virus ha delle sue capacità di diffusione molto elevate da qui le precauzioni igieniche diventano di fondamentale importanza per evitare che chi, anche in modo asintomatico, possa contagiare soprattutto i soggetti a rischio vita. Nonostante i vademecum di come comportarsi in pubblico i contagi hanno raggiunto cifre vertiginose. Per questo motivo la Cina decide di fermare ogni attività: chiuse industrie, scuole, università, servizi di trasporto pubblico, vengono imposti rigidi controlli negli aeroporti e vengono annullati i festeggiamenti per il Capodanno cinese. Il 25 gennaio, il Presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, parla per la prima volta dell'emergenza dettata dal coronavirus, diffondendo quindi la notizia del virus anche nei paesi non ancora colpiti e dove se ne era parlato meno. Nel frattempo, cominciano a verificarsi i primi contagi (che in seguito diventeranno molto numerosi) al di fuori della Cina, in particolare nei paesi della stessa area geografica, quali Thailandia, Corea del Sud e Giappone, dove addirittura viene imposta la quarantena su una nave da crociera, sulla quale vengono scoperti alcuni casi di persone colpite dal virus. 
Il 21 febbraio, l'Italia viene svegliata dalla notizia dell'arrivo del Coronavirus: risulta infatti colpito un uomo di 38 anni di Codogno. Inizia la ricerca del paziente 0. Inizialmente, si pensava a un suo amico imprenditore, da poco tornato dalla Cina, ma quest'ultimo risulterà poi essere negativo ai controlli. Oltre all'uomo di Codogno, il cosiddetto paziente 1, risulteranno contagiati anche la moglie e un amico. Lo stesso giorno vengono scoperti due casi anche in provincia di Padova. I casi accertati aumentano in modo esponenziale: sono più di cento dopo i primi due giorni, e questo porta alla delimitazione di un'area rossa in provincia di Lodi (comprendente dieci comuni), la zona cioè che risulta più colpita, insieme, seppur in modo minore, ad Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Ma non è solo il virus a colpire le persone: a terrorizzare i cittadini italiani è anche la psicosi di fronte a questa epidemia: episodi significativi di questa psicosi sono gli assalti ai supermercati di Milano, per paura di possibili attuamenti di quarantene, e le "razzie" di mascherine e accessori per l'igiene.
Il Coronavirus ha avuto e sta avendo e sicuramente avrà (non si sa ancora, ovviamente, per quale lasso di tempo) conseguenze notevoli e significative per il nostro paese, sia per questioni meno importanti, come l'annullamento di eventi sportivi, sia per questioni fondamentali e di vitale importanza, come la chiusura di scuole di ogni ordine e grado, i problemi legati all'economia, ai trasporti.
La cosa più importante è rimanere sempre informati sull'evolversi della situazione e non creare, e crearsi, falsi allarmismi.
Keep calm
Mattia Pellegrini 5ALSU

lunedì 17 febbraio 2020

Presepe delle campagne



La premiazione del X° concorso fotografico e giornalistico per le redazioni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, si è svolto nella mattina del 15 febbraio 2020, presso il club cinematografico di Fiorenzuola d’Arda.
“Il presepe racconta la concretezza che viene dalla vita quotidiana, la tenerezza che nasce con lo stupore della nascita”, così l’associazione Terre Traverse, da anni promotrice di iniziative rivolte alla valorizzazione del mondo rurale piacentino, ripropone per il X° anno consecutivo il concorso “Il presepe delle campagne”. L’iniziativa ha visto coinvolte le famiglie delle comunità di San Protaso, Baselicaduce e I Doppi, frazioni di Fiorenzuola d’Arda e di Castell’Arquato, nella realizzazione di presepi.
Alla premiazione, presentata dal giornalista Gaetano Rizzuto, sono intervenuti: il presidente e vice presidente dell’associazione Terre Traverse Gianpiero Bisagni e Annarita Arduini, il direttore del settimanale Il nuovo giornale Don Davide Maloberti, il direttore del quotidiano La Libertà Pietro Visconti, Monsignor Gianni Vincini, il presidente del circolo fotografico di Fiorenzuola d’Arda Luigi Peveri e Il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi.
Dichiarazioni entusiastiche da parte dei convenuti che hanno sottolineato l’importanza della partecipazione e del coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e dei loro alunni.
Tra le sette scuole aderenti, 4 le secondarie di primo grado e 3 quelle di secondo, così premiate: per la categoria delle scuole secondarie di I grado, il quarto posto, al giornale “Fuori Classe” della scuola Calvino di Piacenza, con il premio Parrocchia di Fiorenzuola, il terzo al giornale www.news” della scuola Petrarca di Pontenure, con il premio Circolo Fotografico di Fiorenzuola, il secondo al giornale “Chi più ne ha” della scuola Amaldi di Rovereto di Cadeo, con il premio Il nuovo giornale, e al primo posto il giornale “Icaro” della scuola Gatti di Fiorenzuola d’Arda, con il premio Terre Traverse. Per la categoria delle scuole secondarie di II grado, al terzo posto il giornale “Carpe diem” dell’Istituto Mattei di Fiorenzuola d’Arda, premiato per la foto più bella con il premio La Libertà, al secondo posto il giornale “Obiettivo terra” dell’Istituto Marcora di Cortemaggiore con il premio Comune di Fiorenzuola, e al primo posto il giornale dell’Istituto Romagnosi di Piacenza con il premio Terre Traverse

La redazione del Carpe Diem










venerdì 7 febbraio 2020

MERITOCRAZIA: TRASPARENZA O SOLO FINZIONE?

La televisione pubblica è una parte di “servizio culturale” che fornita dallo Stato e che si rivolge a tutti i cittadini (che possiedono ovviamente un televisore o un pc, o qualunque strumento video) per la loro educazione. A differenza della tv pubblica, la televisione privata ha un emittente televisivo che trasmette a livello locale (es. trasmissioni come “tele Lombardia”).

Ai giorni d’oggi entrambe le televisioni puntano sull’intrattenimento e sul coinvolgere quanti più spettatori possibili utilizzando, talvolta, strategie diverse che vengono utilizzate per fare concorrenza, che è un cardine fondamentale della televisione di oggi. Per la competizione si usano strategie diverse e una delle tante è sicuramente la cura con cui vengono scelti i conduttori nei vari programmi televisivi preferendo, la maggior parte delle volte, visi riconoscibili ai quali il pubblico si affeziona con il passare del tempo.

Ma per fare tali scelte, quali criteri devono utilizzare?

Partiamo dal presupposto che ogni giorno viviamo in un ambiente meritocratico, ovvero un ambiente dove ti vengono conferiti meriti, che siano materiali o di ordine morale, che si basano soltanto in relazione con i meriti individuali.

Ma siamo sicuri che certi meriti vengono davvero considerati per il loro valore?

Al mondo ci sono miliardi di persone che o per lavoro o per studio o per imprese degne di essere premiate, ricevono dei meriti.
Perché la Meritocrazia dovrebbe essere trasparenza, uguaglianza e soprattutto, Merito.
Tuttavia però non è sempre così. Perché, quante volte abbiamo pensato che una cosa fosse immeritata o ingiusta? Quante volte pensiamo di meritare qualcosa di più rispetto ad un’altra persona? Quante volte ci chiediamo “Perché a lui/lei sì e io no”?
E se provassimo a spostare queste domande puntando il dito sul nostro Paese potremmo capire come la meritocrazia non viene usata nella maniera più esatta. Basti pensare all’ultimo ma non ultimo episodio di cronaca recente, che ha visto coinvolto Amadeus, famoso presentatore Rai, e tutte le “bellissime” conduttrici nella prima conferenza stampa di Sanremo.
In breve tali conduttrici sono state presentate con “donne capaci di stare un passo indietro al proprio uomo” (riferito alla fidanzata di Valentino Rossi, Francesca Sofia Novello), “uno dei volti storici più belli del TG1” (riferito a Laura Chimenti) ma, soprattutto, come “bellissime”, “simpaticissime” e (ancora) “molto belle”, come se la bellezza fosse un merito e non un caso biologico.

Pensandoci, la cosa che fa più riflettere non è tanto il fatto che sia successo ad una conferenza per l’inizio del festival di Sanremo o che lo abbia detto Amadeus, quello che può far riflettere e che da più tristezza è che, ancora una volta e ancora nella società di oggi, nonostante si siano fatti passi avanti si continuano a fare sempre gli stessi errori pregiudizievoli. Fa riflettere come queste donne siano state scelte solo per il loro aspetto fisico e non per i loro meriti o per la loro bravura, perché agli occhi esterni sembra facile ma in TV, nolenti o volenti, devi rispettare certe regole.
Se non le rispetti? Sei fuori.

Potremmo anche pensare come sarebbe stato se lo avessero detto di un uomo.
Perché qui non si sta parlando di generi, ma di persone. Persone che, a prescindere dalla loro identità morale, vengono caratterizzati attraverso stereotipi antichi e mai davvero visti come tali. Assumere per un lavoro qualcuno per la bellezza e non per la bravura, a meno che il lavoro non sia quello di modella, direi che si rischia di creare dei fraintendimenti di non poco conto. Come ad esempio che chi non è bello non ha diritto neppure di un lavoro.
Direi che il presupposto è sbagliato per principio.

 Mariarosaria Cipolletta 3ALSU
Suha Marmash 3ALSU

mercoledì 5 febbraio 2020

Giochi didattici fai da te

le proff. Michela Pisu (filosofia e scienze umane) e Maria Cristina Incerti (fisica e matematica) con la Dirigente Rita Montesissa
Le classi quinte del Liceo delle Scienze Umane si sono cimentate a creare la loro idea di gioco didattico, sulla falsa riga delle regole della grande pedagogista italiana, Maria Montessori. 


Sono andati presso la scuola dell'Infanzia di via San Rocco, a Fiorenzuola, ospitati dalla maestra Alessandra Contin.
Vi raccontiamo l'esperienza attraverso delle semplici immagini: i bimbi giocano felici con i nuovi giochi e Alessio Babieri (5BLSU), Giosuè Tallarita (5BLSU), Chiara Rolleri (5ALSU) e Alice Anguissola (5ALSU) hanno indossato i panni di novelli pedagogisti. 

perché noi della scienze umane… valiamo!

la Redazione 







lunedì 3 febbraio 2020

Alternanza: paure e aspettative

A partire da fine gennaio inizia per molti di noi studenti una nuova esperienza che ci porterà fuori dalle mura scolastiche e dentro al mondo del lavoro: il cosiddetto periodo di alternanza scuola-lavoro.
Non tutti siamo disposti fuori da scuola, molte classi essendo il primo anno affrontano l’alternanza solo internamente all’edificio scolastico, ma per chi deve recarsi fuori delle mura scolastiche è una nuova avventura.
Pur essendo sistemati in ambienti che più o meno conosciamo, l’ansia da prestazione è ben presente, pensieri e paranoie prendono piede nella nostra mente e scacciarli non è per niente semplice.
Come affronteremo gli eventuali ostacoli? In che rapporti saremo con le persone che divideranno con noi questa esperienza?
Tante domande senza risposta, tante incertezza che verranno risolte da ogni ragazzo a modo suo.
Si metteranno in campo le abilità apprese a scuola, si proverà ad intervenire individualmente cercando di mostrare le proprie qualità e si cercherà di riempire il proprio bagaglio con nuove competenze.
Ogni ragazzo avrà il proprio percorso, ogni ragazzo gestirà l’esperienza come meglio crede e ognuno tornerà con qualcosa in più.
Non ci resta che dire buona alternanza a tutti.

Cattani Martina 3^ A L.S.U. 




L'eco del Big Bang


 Quali sono i segreti dell’Universo?
Che l’Universo sia ricco di eventi che a noi, occhi umani, sono celati e spesso incomprensibili, è noto a tutti, quali siano questi segreti resta invece ancora tutto da scoprire.
Giovedì 30 gennaio, presso il nostro Istituto, Jacopo Papalini, dottorando in fisica teorica presso l’Università di Parma, ha esposto alcune delle teorie che riguardano l’inizio del nostro universo.
L’eco del Big Bang è il titolo del seminario, un viaggio cosmico senza navicella, eppure ugualmente entusiasmante. Partendo dalla storia dell’espansione dell’universo, sin dalla sua storia primordiale, fino alle epoche storiche più recenti, il nostro mondo fatto di energia e cambiamenti è molto più di quello che possiamo vedere e percepire. Ciò che sembra oramai chiaro è che il vuoto è un concetto fittizio quando si parla di materia, essendo esso stesso ricco di fluttuazioni. Papalini ha anche precisato la dinamicità del nostro Universo, vivacità che si può ottenere per implosione ed espansione continua.
Passione e chiarezza espositiva hanno creato un clima tra il filosofico e lo scientifico, a tratti un mondo onirico e fantascientifico: Philip K.  Dick avrebbe amato questo seminario.
Probabilmente sarebbe stato in grado di vedere al di là delle parole raccontate e si sarebbe chiesto se conoscere come è nato il nostro Universo ci avrebbe anche spiegato la strada che noi umani stiamo percorrendo. E se Einstein non sbaglia neppure quando sbaglia, noi poveri profani possiamo dire che la fine è sempre anche un inizio, e che forse il Big Bang non ha avuto alcuna origine se non nella morte di qualche altro universo nato molto prima del nostro.

La redazione 




lunedì 20 gennaio 2020

Da settimana di flessibilità a settimana di recupero


La settimana di flessibilità, il periodo più ambito da ogni studente con la media sufficiente del Polo Mattei.    
Cosa intendiamo con settimana della flessibilità?
Facciamo un po’ di chiarezza per chi è nuovo nella nostra scuola: con questa definizione fino allo scorso anno si intendeva la settimana in cui si riformulava l’orario generale per dare spazio ad attività di recupero e di approfondimento spesso con più classi congiunte.
Negli scorsi anni ci sono state opinioni discordanti su questa didattica: se da una parte c’era chi lo vedeva come una buona opportunità, dall’altra c’era chi lo considerava un’attività poco proficua.
Da quest’anno le cose cambiano e, per motivi organizzativi, si è deciso che i recuperi verranno svolti dai singoli docenti durante il consueto orario scolastico, con l’aiuto degli studenti sufficienti che svolgeranno la funzione di tutor.
Meglio prima o dopo? Questo è ancora tutto da vedere e noi giornalisti del Mattei’s Blog siamo pronti a sentire l’opinione degli studenti.
 Quindi vi aspetto con le vostre posizioni in merito dopo la settimana della flessibilità.

 Cattani Martina 3^A L.S.U.

domenica 19 gennaio 2020

Alle volte basta un libro


Domenico Iannacone
In un momento in cui la tv pubblica deve risolvere qualche imbarazzo culturale per via di alcune trasmissioni – anche storiche – che fanno dubitare su quando sia educativa la televisione italiana, mi sono imbattuto in una trasmissione intitolata “Cosa ci faccio io qui”. Un documentario raccontato da quelle voci che spesso – troppo spesso – non vengono ascoltate.

Domenico Iannacone, giornalista dalla sensibilità per il vero che riesce con poche domande e senza la ricerca dell’eccesso tipico della tv, racconta storie di uomini e donne distintisi per atti di coraggio o per la propria tenacia in momenti di particolare durezza ed in situazioni ostili, mostrando determinazione, forza e audacia. La trasmissione va in onda la domenica in prima serata, su Rai3 e mostra uno spaccato di vita che, un ragazzo come me, che ha tutto quello che serve per crescere nel migliore dei modi, fa fatica a comprendere. Per questo motivo ho voluto riprendere un’intervista che Iannacone ha girato per le vie di Scampia. Non è il film di Gomorra, semmai il racconto semplice e senza eccessi verbali, di quanto accade nel rione delle Vele.

"Quando ero piccolo sognavo di avere una pistola, adesso che sono grande sogno di essere un bambino."

Rileggendo queste parole, senza sapere chi le abbia scritte, molte persone tenderebbero ad attribuirle a qualche famoso attore che, rievocando i ricordi della sua infanzia, ricordi con piacere di quando da piccolo desiderava essere un cow-boy come quelli che ammirava nei film western.

In realtà, le parole sopra riportate sono state dette da Davide Cerullo, scrittore napoletano, che sicuramente non è comparabile con i più grandi letterati del passato o celebre come un attore di Hollywood, ma la sua storia merita di essere raccontata, perché la sua non è una storia come tutte le altre.

Davide, nono di quattordici figli, nasce nel quartiere di Scampia, dove vive con la madre e i fratelli, dopo l'allontanamento del padre.

Non è facile vivere a Scampia, tra condizioni di vita precarie, un tasso di analfabetismo altissimo e la criminalità organizzata che fa da padrona. Questo il piccolo Davide lo sa bene, e per questo decide di affiliarsi alla Camorra: è una decisione per lui semplice e giusta, ma che in seguito si rivelerà essere un errore fatale.

"Ancor prima di essere vittima dei nostri sbagli, eravamo vittima degli altri. Per troppi eravamo i ripetenti, i male carni, gli analfabeti, figli dei disoccupati, quelli con le scarpe bucate e il frigorifero vuoto. La nostra infanzia, un'emergenza continua, quasi fosse stampato nel nostro codice genetico il rischio. Quando eravamo semplicemente esclusi, con la morte che ci girava intorno, avevamo promosso il boss e bocciato la vita: allora, la violenza diventò uno stile di vita, la Camorra la nostra unica famiglia."

Davide entra a far parte del Clan Di Lauro, uno dei più potenti di Napoli, all'età di 10 anni: per lui, la Camorra è come una famiglia e, diventando un camorrista, si sarebbe meritato il rispetto e la paura della gente. Entrando a far parte della Camorra, Davide si sente al settimo cielo: gli viene affidata una delle piazze di spaccio più importanti di Scampia, attività che gli permetteva di vivere. A 14 anni riceve per la prima volta una pistola, che lo fa sentire come il padrone del mondo.

Ma Davide non può immaginare che sta per cominciare il periodo più brutto della sua vita.

Un giorno, mentre sta pranzando, sente la notizia dell'arresto della madre, da sempre occupata nelle faccende più umili, ma che nell'ultimo periodo si è dedicata ad attività di spaccio. Per Davide, questa è una batosta difficile da digerire, che lo porta a digiunare per un'intera settimana.

All'età di 16 anni e mezzo, Davide subisce un attentato, che ne mette a rischio la vita, ma che alla fine gli provocherà "solo" la rottura della gamba sinistra. Al suo arrivo in ospedale, alle domande su cosa gli fosse accaduto, Davide si sente in dovere di rispondere inventando una scusa, quella della rapina subita, per evitare conseguenze peggiori.

Per il ragazzo, però, non sembra bastare: verrà arrestato poco tempo dopo l'attentato subito e verrà condotto in carcere anche una seconda volta, all'età di 18 anni.

"Quando mi hanno arrestato, non mi hanno ammanettato: io, invece, volevo essere ammanettato, come i camorristi che venivano arrestati. Ma i carabinieri mi dissero che non ero nessuno, che le manette non servivano."

La vita di Davide sembra sempre più dirigersi verso la voragine, fino a toccare il fondo: tutto è destinato a volgere al peggio, per lui ora tutto è più difficile. Finché, un giorno, mentre è recluso in carcere, sotto gli occhi di Davide si presenta un libro, un banalissimo libro, un libro come tanti altri, che non ha mai avuto la possibilità di leggere: Davide ancora non sa che quel libro che tanto lo attrae è il Vangelo, il libro che gli cambierà per sempre la vita.

Il ragazzo capisce che la sua vita non è diretta su una strada a senso unico, ma che esistono tante altre strade da intraprendere: la Camorra, da questo momento in poi, sarà una parola che Davide cancellerà dal libro della sua esistenza.

"Nel carcere, tornato dall'ora d'aria, vedo sopra il mio letto il Vangelo e cominciai a sfogliarlo: negli Atti degli Apostoli trovai scritto il mio nome, "Davide", e capii che avrei potuto fare parte di qualcos'altro. Sottolineai le scritte "Davide" e decisi di strappare quelle due pagine, che ancora oggi conservo. Mi sentii libero in uno spazio dove in realtà ero prigioniero: era avvenuto il primo atto di libertà mentale."

È bastato poco a Davide per svoltare, per darci un taglio con il passato, per riconsegnarsi a sé stesso. In seguito, comincerà a leggere e ad appassionarsi di letteratura, fino a diventare un apprezzato scrittore, autore di libri noti come "Ali bruciate", "Diario di un buono a nulla", "Poesia cruda. Gli irrecuperabili non esistono".

La storia di Davide può riguardare le tantissime persone che si ritrovano quotidianamente ad affrontare problemi di vario genere che, col tempo, si fanno sempre più grandi, fino a diventare insostenibili ed è la dimostrazione che ogni singolo evento che ci accade, unito a una grande forza di volontà, possa cambiare per sempre la nostra esistenza, come è stato per Davide.

“La parola crea i ponti, le relazioni tra le persone”, e nessuno dovrebbe chiedersi cosa ci fa nel mondo.

Mattia Pellegrini, 5ALSU




domenica 29 dicembre 2019

EVENTI CAPOVOLTI CON PAOLO AGRATI


Paolo Agrati
Il 16 dicembre 2019 presso l'aula magna Conni dell'istituto Mattei di Fiorenzuola d' Arda, si è svolta la seconda stagione degli Eventi Capovolti, una rassegna culturale in cui scrittori e persone di cultura si prestano a vivere un convegno molto diverso dai soliti. Con una forma di didattica capovolta, gli sopiti si vedono intervistati e presentati dai ragazzi che, da veri professionisti, improvvisano un vero e proprio talkshow.
Ospite di questa serata, Paolo Agrati: poeta e fondatore della SLAM POETRY. Agrati ha presentato il suo ultimo libro di poesie, intitolato "Poesie brutte", spiegando che questo titolo e l’intera raccolta, nascono dalle sue letture su Instagram.
“Dove tutti possono scrivere…”.
Dopo un'introduzione generale lo slammer ha risposto ad alcune domande degli studenti.
"Cosa ne pensi della poesia sui social?"
"La trovo interessante".
"Indipendenza e fedeltà, cosa preferisci?"
“Mi sento indipendente nella mia fedeltà”.
Il convegno è proseguito con diversi aneddoti sulla vita dell'autore e, in particolare è emerso che non è solo un poeta e scrittore, ma anche compositore: le colonne sonore dei film di Tim Barton sono sue. La serata si è conclusa con l'interpretazione di una poesia del libro e con l'invito di Paolo a tutti i ragazzi di ascoltarsi sempre, perché solo ascoltandosi è possibile essere se stessi e capire quali sono le scelte di vita più giuste.
 Cattani Martina 3^A L.S.U.
2^ EDIZIONE DELLA RASSEGNA CULTURALE 
PROMOSSA DALLL'ISTITUTO SUPERIORE MATTEI
DI FIORENZUOLA D'ARDA
CON PAOLO AGRATI 




Stralci di antropologia culturale






- Carlotta G.
- Giorgia C.
- Giorgia T.
- Sofia M.
3ALSU
(Lavoro di gruppo)