domenica 10 marzo 2024

“Cassandra o dell’ inganno"







Continuando il filone storico e letterario della stagione teatrale del Teatro Verdi di Fiorenzuola, il 2
marzo 2024 è andato in scena lo spettacolo “Cassandra o dell’inganno” con Elisabetta Pozzi.
 Ad inaugurare il mese dedicato alle donne è stata  la profetessa troiana, a cui Apollo aveva
dato il potere di prevedere il futuro e allo stesso tempo la condanna di non essere ascoltata e
creduta.
Attraverso l’avvincente drammaturgia di Elisabetta Pozzi, la figura della sacerdotessa ha preso
nuovamente vita, uscendo per una sera dall’oblio in cui è caduta, nel corso della storia, insieme alle
altre figure previdenti presenti in tutte le epoche dell’esistenza umana ma quasi sempre dimenticate.
Sul palcoscenico è emersa chiaramente la solitudine e l’impotenza della profetessa di fronte ai suoi
concittadini che l’hanno allontanata, come succede a chiunque osa sfidare le opinioni comuni con la
conoscenza; gli uomini tendono infatti a ignorare e deridere le verità scomode o considerate
stravaganti e a denominare come pazzo chi le sostiene.
L’attrice ha tracciato un percorso penetrante e coinvolgente, partendo dall’inganno del cavallo di
Troia, lucidamente presentito dalla veggente Cassandra, fino a rompere la barriera presente tra mito
e realtà, arrivando alla contemporaneità di una civiltà orfana, di cui si prefigura un futuro incerto
che «ha le radici nel passato ma il seme nel presente». Risulta invero che la società moderna, oltre
ad aver perso i valori portati avanti dai miti, dà prova di essere incapace di intuire le conseguenze
future delle sue azioni passate e presenti perché, come scrive José Saramago nel suo celebre
romanzo “Cecità”, siamo «Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono».
A rendere più forte l’immedesimazione e dunque la riflessione sono state sicuramente la recitazione
di Elisabetta Pozzi, un’attrice formatasi a Genova e durante la sua carriera insignita di vari premi, -
la quale sfrutta la sua versatilità interpretativa-, la scenografia e l’integrazione alle parole
dell’attrice delle musiche di Daniele d’Angelo. Un elemento insolito è stata l’entrata in scena, e
analogamente l’uscita, dell’attrice a partire dalla platea, come una comune spettatrice.
Paola Bravo 4B LS

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