giovedì 13 novembre 2025

Quando siamo insieme… ma soli

Ti è mai capitato di stare in un posto pieno di gente e sentirti comunque solo?  

Succede, ad esempio, in una stazione, in un centro commerciale o in aeroporto. Ci sono tante persone, ma nessuno parla con gli altri. Ognuno pensa ai fatti propri, guarda il telefono, cammina  veloce. 

Il sociologo francese Marc Augé ha dato un nome a questi spazi: li ha chiamati “non luoghi”. 

Ma cosa vuol dire “non luogo”? 

Un non luogo è un posto dove le persone passano, ma non vivono.  

Per esempio: 

- un supermercato dove facciamo la spesa e poi ce ne andiamo, 

- una stazione degli autobus dove aspettiamo il pullman, 

- un aeroporto dove corriamo per non perdere il volo, 

- un autogrill in autostrada dove ci fermiamo solo per pochi minuti, 

- un centro commerciale pieno di luci e negozi, ma dove nessuno si conosce davvero. 

In questi luoghi non c’è comunicazione vera. Non ci chiamiamo per nome, non parliamo con chi  ci sta vicino. Spesso ci sentiamo un po’ invisibili. 

Marc Augé ci invita a riflettere su questo modo di vivere moderno. Dice che nella nostra società  ci sono sempre più non luoghi e sempre meno luoghi veri, dove le persone si incontrano,  parlano e si conoscono. Un luogo vero, al contrario, è dove nascono relazioni e ricordi: la piazza  del paese, la scuola, la casa, la panchina del parco dove chiacchieriamo con gli amici. 

Forse dovremmo imparare a trasformare i non luoghi in luoghi, anche solo con un sorriso, una  parola gentile o uno sguardo. Basterebbe poco per far sentire meno soli gli altri. 

«Un sorriso può trasformare un “non luogo”in un luogo vero.»

Giorgi Alessia  e Channani Marwa  (5A LSU)





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