martedì 16 marzo 2021

UN “MOSAICO” DI EMOZIONI


Qualche settimana fa stavamo riflettendo su quanto la musica possa essere universale.

Pensandoci bene la musica ha la capacità di viaggiare oltre lo spazio e il tempo: è capace di riportare a galla antiche melodie, suoni, voci. È capace di riportare a galla tradizioni, culture: la musica riporta a galla l’essenza delle persone, perché in tutti c’è un po’ di musica.

Infatti se ci soffermassimo anche solo per un secondo ad ascoltare attentamente i battiti del nostro cuore scopriremmo che hanno un ritmo tutto loro, un ritmo che va a tempo con le nostre emozioni le quali, inutile dirlo, ci fanno sentire vivi. E noi, cari lettori, oggi vi proponiamo emozioni uniche, speciali. In che modo? Leggete per scoprirlo!

Abbiamo avuto la splendida occasione di intervistare, o meglio, di avere una piacevole chiacchierata con una band del nostro piccolo ma grande paese: i Mosaico, una giovane band italiana composta da Simone, la voce, Alfredo, il chitarrista, Alex, il bassista e Matteo, il batterista, con due meravigliose canzoni alle spalle, “Tieniti la notte” e “Una Vita Piena”. Ragazzi giovani ma con una vita davanti e il talento tra le mani che custodiscono e lo riproducono in musica, dando origine ad un “Mosaico” di emozioni.

E tra risate e domande, la nostra intervista ha inizio così:

 Iniziamo dalle presentazioni.

“Io sono Alfredo, il chitarrista. Io Simone, il cantante. Mentre io sono Alex, il bassista.”

Partiamo con una domanda banale, com’è nata l’idea di formare una band?

Simone: “In realtà è nata da un progetto che già c’era perché io, Alex e Matteo (batterista) che adesso manca, suonavamo insieme già da parecchi anni per divertimento. Poi abbiamo conosciuto Alfredo quando è arrivato il bisogno di trovare un altro chitarrista perché eravamo rimasti senza. Da quando abbiamo iniziato a suonare con lui il progetto è iniziato a diventare più serio, abbiamo iniziato a scrivere dei pezzi nostri, abbiamo deciso di cambiare il nome in Mosaico e avere un’identità più definita e molto più professionale.”

Perché vi chiamate Mosaico?

Simone: “È una bella storia: eravamo in sala prove e stavamo cercando un nome adatto visto che la band che avevamo prima faceva musica un po' più ‘cattiva’ ed eravamo meno definiti come gruppo. Allora abbiamo pensato a quale potesse essere un nome bello e serio cercando di buttare giù un po' di nomi che ci venivano in mente. Abbiamo creato un vero e proprio ‘mosaico di parole’ e, di conseguenza, dopo aver sentito quella parola abbiamo deciso di chiamarci Mosaico.”

A chi vi ispirate per fare musica? 


Alfredo: “Diciamo che deriviamo tutti dal rock, prima suonavamo i Ram Jam, i Red Hot e addirittura un pezzo dei Rage Against The Machine, quindi molto rock. Sicuramente, questa vena è rimasta ma ci siamo spostati sul pop anche perché sul mercato italiano è molto più presente come genere. Ci sarebbero anche gli Arctic Monkeys ma, alla fine, ognuno di noi si porta dietro il proprio bagaglio, quindi, è inevitabile che le influenze si mescolino.”


Alex: “Esatto, poi ognuno ha un suo genere preferito, di conseguenza, porta qualcosa di suo da cui poi nasce tutto il resto.”

 

Qual è la cosa più bella che vi ha portato la musica nella vostra vita?

Simone: “Secondo noi è avere dei riconoscimenti, ovvero quello che ti dà e ti dice la gente riguardo un lavoro che hai fatto tu partendo completamente da zero. Perché, alla fine, noi partiamo scrivendo delle canzoni da zero pensando principalmente a noi stessi e sentire e vedere che la gente prova le nostre stesse cose e addirittura si emoziona a sentire i nostri pezzi, è la cosa più bella che ti può dare la musica.”

Ricollegandoci a questa domanda volevamo parlare della musica durante il lock-down perché, nonostante tutto, deve essere stato difficile o comunque una grande perdita per gli artisti e i cantanti in generale: voi come avete vissuto questa esperienza?

Alex: “La più grande difficoltà che abbiamo riscontrato, sicuramente, è stata il non riuscire a provare insieme perché, comunque, si è abituati a vedersi tutte le settimane e condividere tutto insieme. Diciamo che cercare di fare musica insieme essendo lontani e divisi è molto difficile. Abbiamo comunque provato a scrivere, quello sicuramente, grazie anche a tutti i sistemi di videochiamata, WhatsApp e altro, però fare musica a distanza non è la stessa cosa.”

Ed eravate ispirati o c’è stato un momento in cui vi siete completamente bloccati?

Alfredo: “In realtà “Una Vita Piena”, se non sbaglio, è nata durante il lock-down.”

Simone: “Diciamo che il lock-down, per forza di cose, ha cambiato la vita di tutti e ha portato, inevitabilmente, a dei nuovi contenuti dati da cose provate e vissute durante questo periodo.”

Alfredo: “Sì e, personalmente, non è stato un periodo così brutto: chiusi in casa tutto il giorno vuol dire zero stimoli quindi, alla fine, anche creativamente hai poco da raccontare. Nonostante ciò, qualche idea buona c’è stata e, quando ci siamo ritrovati, le abbiamo messe insieme.”

Inoltre, riprendendo appunto la vostra canzone che, personalmente, è molto sentita, “una vita piena mi spetta di diritto”: dopo tutto questo tempo, si è stanchi e si vorrebbe vivere a pieno la vita, molte persone in questo periodo si sono sentite sole o se ne stavano in silenzio, invece, la frase “voglio una vita piena dove non sto zitto” ci fa proprio capire che, in realtà, non siamo soli neanche quando pensiamo di esserlo.

Ma parlano di canzoni, spostiamo l’attenzione su ‘Tieniti la notte’: com’è stato produrre il vostro primo singolo?

Simone: “Diciamo che non è stata la primissima volta perché, già in precedenza, avevamo fatto degli esperimenti. Però, posso dire che entrare in studio ogni volta, che sia la prima, la decima o la centesima volta, è sempre il culmine del lavoro che hai fatto nei mesi passati. Arrivi alla realizzazione di quel lavoro e sai che devi dare tutto in quel momento preciso: è come un concerto, soltanto che lavori molto di più su te stesso e non per un pubblico.”

Quando l’avete ascoltata per la prima volta cosa avete provato? Perché, a noi, ci ha fatto emozionare tanto.

Simone: “Grazie! Sinceramente, però, non mi ricordo precisamente perché in fase di arrangiamento e registrazione la riascolti tantissime volte. Sicuramente in studio, quando l’hai finita di registrare e ascolti la prima bozza, provi una forte emozione, sembra forse anche un po' strano. È comunque tutto bello.”

Allora, questa domanda è un po' particolare quindi tenetevi pronti. Abbiamo pensato al “tema della musica vista in maniera universale” cosa che, probabilmente, non tutti appoggiano perché dipende molto anche dai punti di vista e da quale tematica si decide di affrontare: secondo voi, a livello di messaggio, la musica può essere universale?

Alex: ”È una bella domanda. Io, personalmente, ti direi che dipende dalla musica: alcune canzoni sono più semplici mentre altre sono molto più ricercate e devi starci più dietro per capirle. Devi quasi studiarle. Però, alla fine, credo che la musica sia universale: se ascolto un brano ed è orecchiabile, pur non sapendo cosa ci sia dietro, se mi piace mi piace.”

Simone: “Secondo me, dipende anche dalla lingua: il messaggio arriva tanto soprattutto dalla musica ma, per esempio, una canzone italiana, all’estero, non arriva a tutti o arriva solo a livello musicale mentre, una canzone inglese, può arrivare a molte più realtà.”

Altra domanda legata alla band: com’è lavorare in gruppo? Ci sono mai state delle incomprensioni?

Alfredo: “Sicuramente è una cosa impegnativa. Il nostro gruppo è abbastanza bilanciato e, di conseguenza, ognuno fa la sua parte. È quasi come se fosse un ecosistema: a me piace pensare alla barriera corallina, basta un pochino che muoiono tutti. Alla fine, i micro-cambiamenti determinano anche i cambiamenti degli altri.

Simone: “Ci tengo a sottolineare che questa è la parte negativa.”

Alfredo: “Ovviante! Questa è la parte negativa mentre la parte bella di lavorare in un gruppo consiste proprio nel condividere tutto e di essere aiutato dagli altri. Inoltre, ti confronti molto con il pensiero degli altri ma, alla fine, ci si sostiene a vicenda.”

Avete una frase e/o un motto che vi caratterizza? Se sì, quale?

Simone: “Un motto vero e proprio non lo abbiamo. Molto banalmente sarebbe: ‘noi siamo i Mosaico e questa è la nostra musica.’”

Alfredo: “Dipende dalla canzone.”

Simone: “Si esatto, dipende dal momento della canzone: ogni volta che esce una canzone c’è un nuovo motto.”

Benissimo! È il momento di uscire dalle domande standard: ora noi vi diremo delle parole e voi ci direte qual è la prima cosa che vi viene in mente.

Rock.

Alfredo: “Libertà.”

Simone: “Rock ‘n roll”

Alex: “Adolescenza. Perché è il periodo in cui l’ho ascoltata di più.”

Amore.

Simone: “Perché devo partire sempre io! Comunque, condivisione.”

Attimi di panico.

Alfredo: “Vai tu Alex.”

Alex: “Emh...”

Alfredo: “No dai, facciamo bellezza.”

Alex: “Sacrificio.”

Alex, hai tutto il nostro supporto. Comunque, libertà?

Alfredo: “Rock. No dai, espressione.”

Alex: “Musica.”

Simone: “Io dico potere.”

Ispirazione.

Alfredo: “Canzone.”

Simone: “Parola.”

Alex: “Periodo.”

Musica.

Alfredo: “Mosaico.”

Grazie per la sviolinata Alfredo.

Simone: “Arte.”

Alex: “Se vogliamo tenerla sulla filosofia io direi vita.”

Alfredo: “Condivido con Ale!”

Top 3 delle canzoni preferite.

Simone: “Tostissima…”

Alfredo: “Io parto con ‘Ain’t No Sunshine’ di Bill Withers, ‘La sera dei miracoli’ di Dalla e ‘Whole Lotta Love’ dei Led Zeppelin.”

Simone: “Tesissima anche perché poi va a periodi, non ci sono canzoni preferite fisse ma, sicuramente, queste rimarranno tra le mie preferite: ‘The Chain’ dei Fleetwood Mac, ‘I Want Love’ di Elton John e ‘The Zephyr Song’ dei Red Hot.”

Alex: “Io dico ‘Boogie Wonderland’ dei ‘Earth, Wind & Fire’, ‘Coming back to life’ dei Pink Floyd e ‘Alice in Wonderland’ di Behance.”

Noi non sapremmo quale scegliere sinceramente.

Alfredo: “Beh dai, le vostre?”

Non so perché ma sapevamo che ce lo avreste chiesto.

Mariarosaria: “Allora, sicuramente saranno molto più moderne però dico: ‘To Be So Lonely’ di Harry Styles, ‘All I Want’ dei Kodaline e ‘Don’t Stop Me Now’ dei Queen.”

Suha: “Aiuto. Io dico: ‘From the Dining Table’ di Harry Styles”

Simone: “Mega fan di Harry Styles.”

Cosa te lo fa pensare?

Suha: “Poi ‘Self Care’ di Mac Miller e, non lo so, credo Zayn.”

Simone: “Van bene tutti i pezzi di Zayn.”

Sono belli tutti i suoi pezzi. Comunque, questa è una domanda che ci piace molto: se avreste potuto scrivere una canzone, quale avreste scritto?

Alfredo: “‘La sera dei miracoli’”

Simone: “Visto che siamo in tema mi viene in mente ‘Sign Of The Time’ di Harry Styles.”

Alex: “Forse una dei Beatles.”

Alfredo: “Alla fine puoi sceglierne una o per guadagnare un sacco di soldi oppure una che te la canti e te la suoni e ti piacerà sempre.”

Alex e Simone: visto che Alfredo è stato l’unico a dirne una italiana, quale scegliereste voi?

Simone: “Ah, sicuramente ‘Lugano addio’ di Ivan Graziani.”

Alex: “Io dico ‘Guarda che luna’”

Ritornando seri: che consiglio dareste a chi vorrebbe intraprendere la carriera da musicista, o comunque, questo percorso?

Alfredo: “Non fare la trap.”

Forse saremo di parte, ma siamo d’accordo con te Alfredo.

Simone: “È strano che qualcuno ce lo chieda perché, di solito, sono domande che si fanno a musicisti affermati, tuttavia, un consiglio che possiamo dare a chiunque voglia avvicinarsi a questo mondo è di divertirsi il più possibile e fare quello che veramente si vuole fare, senza avere la paranoia di pensare che cosa va e cosa invece no. È giusto che ognuno si senti libero di fare quello che vuole e che è in grado di fare e, una cosa molto importante, è cercare di migliorarsi il più possibile.”

Alfredo: “A parte gli scherzi, aggiungerei anche che ognuno deve trovare divertimento in quello che fa per poi dare il massimo di sé.”

Alex: “Poi, magari, una persona può iniziare e magari avere la possibilità di avere uno stipendio e guardare verso il futuro seriamente.”

Una domanda che ci sorge allora spontanea: cosa ne pensate di tutte quelle persone che fanno musica soltanto per guadagnare, senza metterci il cuore e i propri sentimenti?

Simone: “Più che altro c’è da chiederlo a chi ascolta questi artisti: se loro si sentono bene a fare musica in questo modo è giusto che sia così, tuttavia, è strano vedere che ci sono persone che si immedesimano nelle loro canzoni. Però alla fine, i gusti son gusti e ognuno è libero di fare quello che vuole. Come si suol dire: ‘il mondo è bello perché è vario.’”

 

Una cosa che abbiamo notato è il fatto che in ‘Tieniti la notte’ non ci sia una vera e propria introduzione, ma si parte subito nel vivo della canzone: come spiegate questa cosa?

Alex: “Diciamo che volevamo dare un impatto forte all’ascoltatore.”

Cosa molto bella è anche il fatto che non rimanete sempre sullo stesso stile, ‘Tieniti la notte’ è una cosa e ‘Una Vita Piena’ è un’altra, con l’assolo bellissimo di chitarra.

Alfredo: “È più rock.”

Ad Alfredo piace questo elemento.

Alfredo: “Esatto. Comunque, un cambiamento c’è stato sicuramente: noi siamo cresciuti, c’è stata più ricerca nei suoni e anche di come fare musica. Diciamo che è un pezzo sicuramente più maturo però, alla fine, è sempre l’ascoltatore che giudica.”

Siete cresciuti sicuramente: provate a guardare indietro a come avete iniziato per poi guardare il presente, confermate che state facendo un bel percorso?

Alfredo: “Assolutamente.”

Simone: “Alla fine ci sarà sempre un cambiamento ed è una cosa buona a mio avviso: se uno non cambiasse mai il tutto sarebbe più noioso. È bello che ogni pezzo sia diverso dall’altro perché penso sia giusto continuare ad evolversi.”

Noi abbiamo finito le domande: il tutto è stato rapido e indolore. Nonostante tutto, vi auguriamo il meglio, speriamo di sentirci ancora e in bocca al lupo per tutto!

Tutti: “Assolutamente, grazie!”

Alfredo: “Ultima cosa! Se volete condividere il nostro pezzo fatelo ovunque, un po' di spam non fa mai male.”

Letto cosa ha detto Alfredo?

Mi raccomando, ascoltate e condividete il loro ultimo pezzo ‘Una Vita Piena’ ovunque perché questi sono i Mosaico che, ringraziamo per l’opportunità, ma soprattutto ringraziamo per averci regalato emozioni, per averci raccontato un po' di sé e di come la musica riesce a cambiare i battiti del nostro cuore. Perché sì, alla fine è facile di parlare di artisti internazionali solo per qualche foto pubblicata su Instagram, ma le vere emozioni e i veri sentimenti si celano nelle anime delle persone che con dedizione e anche una buona dose di coraggio, si impegnano per creare quella cosa che di più bello al mondo c’è: la musica.

Da noi è tutto, ci vediamo in un prossimo articolo!

Clicca qui per ascoltare ‘Tieniti la notte’: https://youtu.be/dmqCb4XLB5o

Clicca qui per ascoltare ‘Una Vita Piena’: https://youtu.be/BtNzrSyDwWM

Instagram: mosaico__official

Youtube: Mosaico Official

 

Mariarosaria Cipolletta

Suha Marmash

4ALSU

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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