Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

martedì 22 aprile 2025

Un madrelingua tra i banchi: quando l'inglese è una voce vera!

 Nel mondo sempre più globalizzato in cui viviamo, conoscere l’inglese non è più solo un’opportunità, ma una vera e propria necessità. Per questo motivo, nella nostra scuola è stato attivato un progetto che prevede la presenza di un assistente di lingua madrelingua inglese, che collabora con gli insegnanti per potenziare l’apprendimento della lingua attraverso attività comunicative, conversazioni autentiche e approfondimenti culturali.
Durante l’anno scolastico, abbiamo avuto la fortuna di lavorare insieme al nostro "teacher" Ben e che ha portato in classe non solo la sua competenza linguistica, ma anche la sua esperienza personale, il suo entusiasmo e tanti spunti interessanti sulla cultura inglese. Per saperne di più sulla sua esperienza in Italia e sul suo ruolo nella nostra scuola, la redazione lo ha intervistato. Con questa intervista abbiamo voluto conoscerlo meglio, scoprire che cosa lo ha portato in Italia, com’è stato il suo impatto con la nostra scuola e con il nostro paese, e quali differenze ha notato tra il sistema scolastico italiano e quello del suo paese. Partendo da una formazione in filosofia, politica e storia, Ben ha colto l'opportunità di essere abbinato a una scuola italiana e avere una esperienza didattica e formativa in un sistema scolastico diverso da quello inglese. Abbiamo anche colto l’occasione per chiedergli qualche consiglio utile su come migliorare il nostro inglese e affrontare lo studio delle lingue straniere con maggiore motivazione. La parola d’ordine per l’apprendimento più efficace possibile, secondo Ben, è assolutamente esercitarsi a parlare inglese senza l’ansia di sbagliare poiché l’errore è parte fondamentale dell’apprendimento. L’intervista è stata realizzata da noi studenti, in inglese, con l’obiettivo di utilizzare la lingua in un contesto il più possibile reale e stimolante.

Prabhjot Kaur Chaggar, Navveer Kaur e Paola Bravo























Caruso:quando la musica diventa poesia!

 “Caruso” è il titolo di una delle canzoni più belle del panorama musicale italiano e che ha avuto successo mondiale ed oggi, cari lettori, ve la descriverò.
Il brano è stato inciso nel 1986 dal cantautore bolognese Lucio Dalla, che in un'intervista ha rilasciato la spiegazione dello spunto preso per produrre questo capolavoro.
Dalla, prima dell’inizio del tour negli Stati Uniti, aveva soggiornato all'hotel “Excelsior” di Sorrento, in provincia di Napoli, poiché, nel mezzo del mar Tirreno, l’imbarcazione aveva riportato un' avaria.
All’interno di questo albergo trascorse gli ultimi momenti di vita il tenore Enrico Caruso, da cui prende titolo la canzone.
Proprio durante uno degli ultimi giorni, abbagliato dallo stupore per il paesaggio sorrentino, Caruso chiede di portare sul balcone della stanza il pianoforte ed inizia a cantare talmente forte che persino al porto limitrofo sono percepite le sue doti canore.
Il tutto è rappresentato anche da Lucio Dalla nella prima strofa della canzone da alcuni versi come “Qui dove il mare luccica, e tira forte il vento”, “sulla vecchia terrazza, davanti al golfo di Surriento” e “Poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto “.
Tutte le strofe del brano sono di carattere descrittivo e proseguono il racconto del calvario verso la morte, vissuto da Enrico Caruso.
Alcune di esse creano maggiore intensità emotiva come Sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte, ma quando vide la luna uscire da una nuvola, gli sembrò più dolce anche la morte” e “Ma sì, è la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto”.
Invece il ritornello è di carattere lirico e la scelta arguta di aver scritto quest’ultimo in dialetto napoletano, ha permesso a Dalla di rendere la canzone un successo mondiale.
Il cantautore infatti ha preso come spunto il classico napoletano "Dicitencello Vuje” di cui si trovano alcuni riscontri nella canzone di Dalla come “A voglio bene, a voglio bene assaje”.
Dal punto di vista musicale, il brano è scritto in tonalità di La minore.
Lucio Dalla lo interpreta in maniera ineccepibile e nessuno è riuscito a cantarlo nello stesso modo.
In occasione della prima edizione del “Pavarotti and friends”, ovvero un evento musicale organizzato per sostenere cause umanitarie, Luciano Pavarotti, noto tenore italiano, eseguì la canzone assieme a Lucio Dalla. Egli per motivi canori fu costretto ad abbassare la tonalità del brano in Sol minore. Anche Andrea Bocelli, negli anni successivi, cantò il brano in tonalità di Mi minore e questi due esempi dimostrano quanto fossero grandi le abilità cantautorali di Lucio Dalla, scomparso ormai più di 13 anni fa. Con Caruso,Lucio dalla ha trasformato una storia personale in un canto universale, dove la voce dell'Italia risuona nel mondo.
Francesco Maccagni 4BLSU



https://www.youtube.com/watch?v=1qa_TMy3m7c


Lezioni napoletane: arte,tradizioni e meraviglie!

 Tra il 9 e il 12 aprile 2025 ho avuto modo, grazie ad un viaggio di istruzione scolastico, di visitare per la prima volta, una zona dell’Italia meridionale: Napoli e le limitrofe Pompei ed Ercolano. Arrivati a Napoli ci siamo velocemente sistemati in albergo e nel pomeriggio abbiamo ammirato il “Pio Monte della Misericordia”, situato lungo il decumano maggiore.
Esso originariamente veniva utilizzato come chiesa e, nel 2005, è diventato anche un museo contenente una piccola pinacoteca chiamata “Quadreria del Pio Monte della Misericordia”.
Inoltre, nella chiesa è contenuto il dipinto “Le sette opere di Misericordia” di Caravaggio.
Passeggiando nei dintorni abbiamo contemplato la “Madonna con la pistola” di Banksy, piazza Gerolomini e la sua chiesa, via san Biagio dei Librai e, durante la sera, il lungomare, Castel dell’Ovo e piazza del Plebiscito.
Il giorno successivo abbiamo visitato l’imponente duomo di Santa Maria Assunta, costruito nel XIII secolo. Esso presenta una facciata neogotica, a salienti, composta interamente da marmo e dotata di tre portali.L’interno invece presenta una pianta a croce latina e tre navate separate da 8 pilastri dotati di fusti di antiche colonne romane su cui si reggono gli archi ogivali.Il soffitto è composto da dei cassettoni dorati che contengono tele raffiguranti scene religiose come l’adorazione dei pastori e dei magi.Ogni navata laterale presenta 5 cappelle, alcuni altari e monumenti funebri che fanno notare come si sia evoluta nel tempo la città di Napoli dal punto di vista scultoreo e pittorico.Ad esempio, nella navata sinistra, c’è un richiamo all’arte classica poiché nell’epigrafe, posizionata sull’arco, è inciso il simbolo della famiglia,mentre dalla navata di destra si può accedere alla reale cappella del Tesoro di San Gennaro la quale presenta influenze barocche. L’abside, situato oltre l’altare maggiore, presenta l’imponente scultura marmorea dell’Assunta da cui prende nome la chiesa.
Vicino al duomo è posizionato il museo del Tesoro di san Gennaro dove sono conservati alcuni gioielli, busti ed abiti indossati proprio dal patrono napoletano come la Mitra e la collana.
Durante il pomeriggio abbiamo potuto ammirato il Cristo Velato, ovvero la scultura raffigurante Gesù coperto da un velo interamente marmoreo, ed è stato visitato il museo di Capodimonte, rione collinare di Napoli.
ll terzo giorno abbiamo visitato gli scavi archeologici delle città di Ercolano e Pompei, sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C, abbiamo visto i resti di zone pubbliche dell’antica Roma come il Thermopolium, utilizzato per acquistare bevande e cibo, le terme e le strade, denominate cardo e decumano.
Infine, durante l’ultima mattinata, abbiamo attraversato i quartieri spagnoli e immortalato il il murales del calciatore argentino Diego Armando Maradona.
Napoli è una città che parla, che insegna e che resta impressa, è una città che merita davvero tanto una visita poiché presenta una storia millenaria e sfaccettata, dopo Napoli non siamo solo più ricci di ricordi,ma anche di cultura.
Francesco Maccagni 4BLSU




domenica 23 marzo 2025

"Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi! "

 

Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato nel 1958 è un romanzo storico che racconta la storia del principe Fabrizio Salina, un aristocratico siciliano che assiste impotente ai cambiamenti portati dall’Unità d’Italia nel 1860. Con l’arrivo di Garibaldi e la caduta del Regno delle Due Sicilie, la nobiltà è costretta ad affrontare un nuovo ordine sociale, in cui la borghesia emergente prende il sopravvento. Il nipote del principe, Tancredi, si adatta rapidamente alla situazione, sposando Angelica, la figlia del ricco borghese Don Calogero Sedara, mentre il principe stesso rimane legato a un mondo che sta scomparendo. Il celebre motto di Tancredi, “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, sintetizza il cuore del romanzo.

Il Gattopardo affronta diversi temi fondamentali tra cui: il declino dell’aristocrazia,il trasformismo politico e il contrasto tra tradizione e modernità; il tutto è pervaso da un senso di nostalgia e decadenza, che nella parte finale culmina con la morte del protagonista e con la dissoluzione dell’ intera famiglia e degli ideali dell’aristocrazia.

Il romanzo è stato recentemente rappresentatoda una miniserie su Netflix, che lo reinterpreta,offrendo una visione moderna della storia, pur mantenendo l’essenza dell’opera originale.

La serie è stata accolta positivamente dalla critica. A più voci è stata definita “impressionante e magnificamente interpretata”, è stata elogiata la qualità visiva e la fedeltà al romanzo, la cura nei costumi e nelle ambientazioni, oltre alla profondità dei personaggi. Magistrale, al di fuori di ogni dubbio, è stata l’interpretazione del principe Salina di Kim Rossi Stuart. E’ una serie che consigliamo a tutti e che vi terrà incollati allo schermo fino alla fine!

La redazione



Orientamento universitario presso la biblioteca Palatina di Parma!

 

Il giorno 19 marzo 2025, la nostra classe ha partecipato a un’uscita didattica presso la Biblioteca Palatina di Parma, con l’obiettivo di approfondire lo studio dei manoscritti medievali e, in particolare, delle copie antiche della Divina Commedia di Dante Alighieri. L’attività si è svolta nell’ambito dell’orientamento universitario, permettendoci di conoscere da vicino il lavoro di filologi, paleografi e storici della letteratura. 
Arrivati alla Biblioteca Palatina, siamo stati accolti nella sala Maria Luigia dalla prof. Centenari e dal prof. Rinoldi, esperti di manoscritti medievali, che ci hanno illustrato la storia della biblioteca e il suo ruolo nella conservazione del patrimonio librario antico.
 Durante il laboratorio, abbiamo potuto osservare da vicino riproduzioni di codici medievali contenenti la Divina Commedia, analizzandone la scrittura, le miniature e le glosse. Il prof. Rinoldi ci ha spiegato le differenze tra le varie edizioni manoscritte, evidenziando le varianti testuali e l’evoluzione dell’opera dantesca attraverso i secoli.
 In particolare abbiamo potuto ammirare il Parmense 3285, un manoscritto miniato della Divina Commedia, che risale a circa quindici anni dopo la morte di Dante Alighieri; realizzato nella prestigiosa bottega fiorentina del Maestro delle Effigi Domenicane, è considerato una delle versioni miniate più antiche e preziose dell’opera. 
In seguito siamo stati condotti nella sala Dante, dove abbiamo potuto ammirare gli affreschi realizzati da Francesco Scaramuzza (1803-1886), un pittore parmigiano noto per le sue illustrazioni della Divina Commedia. Tra le raffigurazioni presenti nella sala la nostra guida ci ha accompagnato nell’interpretare l’incontro di Dante e Virgilio con i poeti,Aristotele seduto tra i filosofi,la Divina Clemenza e Lucia tra cori di angeli e vergini, Dante uscito dalla selva,Dante accolto da Virgilio,Virgilio e Dante sulla porta dell’Inferno,Caronte.
 L’esperienza si è rivelata molto interessante e formativa. Abbiamo potuto comprendere l’importanza della conservazione dei manoscritti e il ruolo degli studiosi nel ricostruire il testo originale delle opere antiche. Inoltre, questa attività ci ha offerto un primo sguardo sul mondo accademico, facendo emergere il fascino della ricerca filologica e della storia del libro. L’uscita alla Biblioteca Palatina è stata un’occasione preziosa per approfondire la nostra conoscenza di Dante e della tradizione manoscritta della sua opera. Questo laboratorio ha stimolato in molti di noi un interesse verso le discipline umanistiche e ci ha fornito un’importante esperienza orientativa per il nostro futuro percorso di studi
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Gli alunni della 2BLS





"1984" di George Orwell !

 "1984" di George Orwell è un libro esemplare! . È ambientato in un futuro in cui esiste un governo super rigido e dispotico, che mette in atto  un controllo assoluto su ogni aspetto della vita delle persone. 

Il protagonista, Winston Smith, lavora per il Partito riscrivendo la storia in modo che corrisponda sempre alla versione ufficiale del potere. Nonostante all'inizio sia un uomo conformista, Winston inizia  però, gradualmente, ad avere dubbi sul regime totalitario in cui vive e a cercare un modo per ribellarsi.

 Il tema centrale del libro è il controllo: non solo sulle azioni delle persone, ma anche sui loro pensieri. Il Grande Fratello, una figura onnipresente, simboleggia questo potere assoluto, ma anche l'illusione di protezione che il governo offre in cambio della completa sottomissione. Un altro elemento fondamentale del romanzo è la "Neolingua", una lingua progettata per limitare la capacità di pensare liberamente, impedendo alle persone di formulare pensieri contro il regime. 

La scrittura di Orwell è semplice, ma potente  e riesce a creare una sensazione di claustrofobia e angoscia che cresce pagina dopo pagina. La società descritta nel libro sembra scaturire da un incubo, dove ogni aspetto della vita è sorvegliato, ogni opinione è manipolata e ogni atto di ribellione è punito senza pietà. La lotta interiore di Winston, il suo desiderio di libertà e verità, è ciò che rende il romanzo così interessante e tragico al tempo stesso.

 "1984" non è solo una critica alla società totalitaria, ma anche un monito sulla pericolosità di un potere che può controllare la verità e manipolare la realtà. 

Nonostante sia stato scritto più di settant'anni fa, il romanzo è ancora molto attuale, soprattutto in un'epoca in cui la privacy e la libertà di pensiero sono minacciate da nuovi mezzi di controllo come la tecnologia e i social media. 

In conclusione, "1984" è una lettura fondamentale per chiunque voglia riflettere sul significato della libertà e su quanto sia facile perdere il controllo della propria vita, quando si è privi di un proprio pensiero.

È un libro che fa paura, ma che merita di essere letto e compreso per le sue lezioni universali sul potere, la verità e la dignità umana.

KAUR NAVVEER  1BLS

                                                             



lunedì 17 marzo 2025

Le Malcontente!

 L’ 8 marzo è la “giornata internazionale dei diritti delle donne”, volta alla riflessione sulle lotte combattute dalle donne per ottenere i diritti a loro spettanti.
Il tutto ha avuto origine durante il secolo scorso, a seguito di diversi eventi storici tragici tra i quali emerge l’incendio della “Triangle Shirtwaist Factory” di New york, dove persero la vita molte operaie a causa delle condizioni di lavoro precarie.
L’8 marzo è importante anche per portare attenzione ai temi di uguaglianza di genere e di violenza contro le donne. Esse chiedono sempre giustizia per tutte le angherie subite nei secoli o addirittura nei millenni.
Basti pensare che le donne non hanno mai avuto accesso alla vita politica fino alla nascita della Repubblica Italiana, nel 1946. Inoltre, è convenzionalmente utilizzata come simbolo della giornata internazionale dei diritti delle donne la mimosa. Essa è un fiore giallo in grado di crescere nonostante le condizioni climatiche difficili.
Allo stesso modo si sono comportate le donne durante le lotte combattute per ottenere i loro diritti.
Sabato 15 marzo, a seguito dell’indizione dello sciopero dell’8 marzo scorso, io ed alcuni miei compagni di classe abbiamo avuto modo di presentare e mostrare,a circa 200 studenti, il documentario “Le malcontente”.
All’incontro erano anche presenti Clelia Raboni, personaggio del documentario, Anastasia Tornabene, funzionaria e membro del coordinamento donne della CGIL di Piacenza, e le due registe Simona Brambilla e Chiara Granata.
Io ho avuto modo di presentare proprio le due registe, entrambe producer di documentari ed esperte del linguaggio cinematografico poiché esse hanno avuto un percorso di studi universitario volto all’apprendimento di esso. All’interno del documentario vengono descritte, dalle operaie di industrie tessili, le rivendicazioni dei diritti, avvenute negli anni ‘60 e ‘70 del 900, nelle zone piacentine. Al tempo Piacenza era divenuta la capitale proprio del settore tessile, ma le condizioni all’interno delle fabbriche erano assai pietose. Si lavorava sia di giorno sia di notte ed era anche elevato il rischio di subire malattie professionali, dovute specialmente all’emissione di gas nocivi, provenienti dal collante, utilizzato per tessere.
A causa di queste problematiche, molte donne iniziarono ad opporsi tramite vari tipi di lotte tra cui spicca il blocco della linea ferroviaria, avvenuto nel 1971.
Tuttavia, queste problematiche non vennero risolte totalmente poiché, tra il 1972 e il 1978, molte aziende tessili scomparsero . Le esperienze riportate all’interno del documentario mi hanno aiutato a capire quanto le condizioni lavorative siano migliorate negli ultimi 50 anni ma anche quanto conti il rispetto per le donne che hanno sempre dovuto combattere con grande tenacia per ottenere ciò che gli sarebbe dovuto sempre spettare, ovvero la parità di genere. Ringrazio calorosamente le registe per aver prodotto questo documentario e per l’essersi presentate lo scorso sabato durante la presentazione e proiezione del filmato.
Francesco Maccagni 4BLSU



domenica 9 marzo 2025

Il genio inquietante dei racconti di Edgar Allan Poe!

 Edgar Allan Poe rimane una delle figure più influenti della letteratura americana, venerato per la sua maestria nell'horror gotico, nella profondità psicologica e nella narrazione macabra. I suoi racconti, che spaziano da inquietanti racconti di follia e ossessione a intricati romanzi polizieschi, hanno affascinato i lettori per generazioni. Con un'abilità senza pari nel creare narrazioni ricche di suspense che esplorano gli angoli più oscuri della mente umana, le opere di Poe continuano a ispirare e turbare.

Anche se a volte i suoi racconti prodano nel razzismo sfacciato, le opere di Poe spesso esplorano la morte, il dolore, la follia e il soprannaturale, temi che hanno ispirato fortemente molti poeti e scrittori romantici ma anche moderni e contemporanei. Sono temi che potrebbero essere stati influenzati dalle numerose perdite personali da lui subite (tra cui quella della madre, Eliza Poe, a causa della tubercolosi). Alcune delle sue storie horror che più mi hanno colpito e ispirato la mente includono “The Tell-Tale Heart”, un racconto agghiacciante di colpa e follia raccontato da un narratore senza nome che si sforza di convincere il lettore della sanità mentale del narratore, mentre descrive contemporaneamente un omicidio commesso dallo stesso; “La caduta della casa degli Usher”, una storia oscura e inquietante su una villa in rovina e una famiglia condannata che recentemente ha ispirato una serie tv di Mike Flanagan, possibilmente il più importante creatore di horror nella produzione cinematografica odierna e “La maschera della morte rossa” un inquietante allegoria sulla peste e sull'inevitabilità della morte che segue i tentativi del principe Prospero di sfuggire a una pericolosa pestilenza, nota come Morte Rossa, nascondendosi nella sua abbazia.

The Tell-Tale Heart è un'esplorazione straziante di colpa e follia, raccontata dal punto di vista di un narratore inaffidabile che insiste sulla sua sanità mentale anche mentre racconta il brutale omicidio di un vecchio. L'atmosfera claustrofobica della storia e il battito cardiaco incessante e martellante che tormenta il narratore creano una tensione insopportabile, dimostrando il genio di Poe nel trasmettere l'orrore psicologico. Attraverso una ripetizione ossessiva e uno stile narrativo febbrile, la storia trascina i lettori nella mente di un assassino tormentato dalla sua stessa coscienza. Al contrario, La caduta della casa degli Usher immerge i lettori in un mondo inquietante e decadente pieno di terrore soprannaturale. Il racconto segue un narratore senza nome mentre visita il suo amico malato, Roderick Usher, in una villa che sembra incarnare la rovina della famiglia. La storia fonde magistralmente l'orrore psicologico e gotico, usando la tenuta in rovina come metafora del deterioramento della stirpe degli Usher. Con lo svolgersi degli eventi, l'atmosfera di disagio si intensifica, culminando in un climax terrificante e surreale. L'interazione tra follia, isolamento e soprannaturale in The Fall of the House of Usher evidenzia la capacità di Poe di creare un senso di ineluttabile rovina.

Tutti i racconti esemplificano il fascino di Poe per la psiche umana e la sottile linea tra realtà e illusione. Attraverso l'uso di narratori inaffidabili, ambientazioni inquietanti e un'intensa tensione psicologica, Poe ha creato storie che rimangono nella mente dei lettori molto tempo dopo aver letto le ultime righe. Il lettore scopre non solo racconti di orrore, ma anche profonde intuizioni sulla paura, la colpa e la fragilità della mente umana.

Chaggar Prabhjot Kaur 5BLS

2025: un nuovo anno per nuove innovazioni nella scienza!

 Siamo solo all'inizio del 2025 e le scoperte scientifiche e archeologiche sono già difficili da rincorrere.Infatti, anche all'inizio di un nuovo anno, il mondo della scienza continua a superare i confini, scoprendo nuove conoscenze e trasformando la nostra comprensione della realtà. Per quanto riguarda l’ambito archeologico, oltre alla scoperta importante della “megalografia”a Pompei che mostra rituali baccanali finora sconosciuti, gli scienziati hanno scoperto che il cervello di un uomo si è trasformato in vetro circa duemila anni fa, dopo la sua morte a causa dell'eruzione vulcanica del Vesuvio. I ricercatori hanno trovato il vetro, anche se nel 2020, e hanno ipotizzato che si trattasse di un cervello fossilizzato. I pezzi di vetro nero delle dimensioni di un pisello sono stati trovati all'interno del cranio della vittima, di circa 20 anni, morta quando il vulcano eruttò nel 79 d.C vicino all'odierna Napoli. Gli scienziati ora, nel 2025, credono che una nuvola di cenere calda fino a 510 gradi Celsius abbia avvolto il cervello, per poi raffreddarsi molto rapidamente, trasformando l'organo. Ed è l'unico caso di tessuto umano o di qualsiasi materiale organico che si sia trasformato in vetro in modo naturale. Si ritiene che nessun'altra parte del corpo dell'uomo si sia trasformata in vetro.


Per la prima volta in assoluto, i biologi hanno ricreato la base dell'evoluzione in laboratorio. Si chiama endosimbiosi ossia il processo attraverso cui un microrganismo prende residenza permanente all'interno di un altro diventando una parte essenziale dell'ospite. Questo processo è responsabile di alcuni dei nostri componenti cellulari più cruciali, come i mitocondri, la centrale elettrica della cellula che si teorizza un tempo erano batteri liberi, così come i cloroplasti che consentono alle piante di fare la fotosintesi. Solo l'anno scorso, gli scienziati hanno persino scoperto la mielina, una componente cruciale del nostro sistema nervoso, che un tempo era un virus che il nostro corpo scelse di conservare in modo permanente. Il concetto di endosimbiosi è ben consolidato, anche se il meccanismo alla base di esso era un mistero. I biologi hanno tentato di ricreare questo antico processo di adozione utilizzando un particolare ceppo di fungo Rhizopus microspores che si è evoluto senza il suo microbo vivente.Il problema era far passare di nascosto un batterio oltre una rigida parete cellulare. La svolta è arrivata da una fonte inaspettatamente semplice, una pompa per bicicletta. Lo studente laureato Gabriel Geiger ha sviluppato un metodo innovativo utilizzando aghi affilati e una pressione tripla rispetto a quella di uno pneumatico per far letteralmente esplodere il batterio attraverso le rigide pareti cellulari del fungo, e ha funzionato. Il team ha prima testato con l'Escherichia coli che si è riprodotto troppo velocemente e ha attivato il sistema immunitario del fungo. Tuttavia, quando hanno iniettato i batteri che si trovano naturalmente in altri ceppi del fungo, è successo qualcosa di straordinario. Il batterio è stato accolto dall'ospite. Infatti, le spore fungine sono diventate più sane ed efficienti e hanno persino sviluppato mutazioni genetiche per adattarsi meglio al suo inquilino. Questa è stata una grande rivelazione ed ecco perché implica che gli organismi vogliono effettivamente vivere insieme e che la simbiosi è lo stato di esistenza normale e desiderato.



Per la fonte e ulteriori informazioni si consiglia di consultare l'articolo pubblicato su "Nature" intitolato "Inducing novel endosymbioses by implanting bacteria in fungi".


Chaggar Prabhjot Kaur 5BLS





Gli Scones scozzesi !

 Gli scones sono piccoli dolcetti, che accompagnano il classico tea all’inglese, di origini scozzesi: fu, infatti, Anna, Duchessa di Bedford, a far diventare famosi gli Scones attorno al 1840. Si dice che il nome di questidolci derivi dalla famosa Stone of Scone, sulla quale venivano in coronati i re scozzesi.Gli Scones sono presto diventati un dolce essenziale per il the del pomeriggio e si sono diffusi in tutti paesi anglofoni, dal Regno unito, all’Irlanda, all’America.






INGREDIENTI PER FARE GLI SCONES

Farina 00 240 g

Latte intero 120 g

Burro freddo 50 g

Zucchero 25 g

Lievito in polvere per dolci 20 g

Sale fino 1 pizzico



PER SPENNELLARE

Tuorlo

Latte intero



PER FARCIRE E SPOLVERIZZARE

Panna fresca liquida fredda 125 g

Mascarpone 125 g

Confettura di fragole 150 g

Zucchero a velo q.b.


PREPARAZIONE

er preparare gli scones, come prima cosa, occorre setacciare la farina e il lievito in una ciotola capiente, poi aggiungere il sale e il burro freddo a cubetti.
Lavorare fino ad ottenere un composto sbricioloso, poi unire lo zucchero e incorporatelo.
In ultimo versare il latte e amalgamare velocemente fino a che il composto risulterà morbido e appiccicoso. Continuare ad impastare fino ad ottenere una consistenza omogenea, poi stendere l’impasto con il mattarello. Quando si ottiene uno spessore di 2 cm, ritagliare l’impasto con una coppapasta, formando dei dischetti. Ruotare i dischetti tra i palmi delle mani per rendere la forma più tondeggiante, poi adagiarli su una teglia con carta forno, distanziandoli l’uno dall’altro.
A questo punto mescolare il tuorlo con il latte e spennellare la superficie degli scones. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti.
Per preparare il ripieno occorre montare la panna con le fruste elettriche, poi lavorare il mascarpone con la marisa in una ciotola a parte. Unire il mascarpone alla panna.
Quando gli scones saranno raffreddati tagliarli a metà e farcire la base con confettura di fragole.
Prima di servire, spolverare con zucchero a velo.

Laboratorio di cucina “Viaggia, impara, cucina”