domenica 27 ottobre 2019
Storie di incontri im-possibili
Ci sono dei venerdì
che sono solo il giorno prima del sabato, poi ce ne sono altri che invece
faranno parte indelebile dei ricordi della tua vita.
Come quello che ho
vissuto venerdì 25 ottobre.
L’incontro con una
persona che non avrei mai pensato di conoscere è avvenuto al centro
parrocchiale di Roveleto. Il secondo, quello di venerdì, di una serie di
incontri serali denominati “Utopia”.
Nella serata in
questione è stato ospitato Franco Bonisoli, ex-brigatista italiano che fece
parte delle Brigate Rosse e partecipò nel 1978 alla strage di via Fani, in cui
venne uccisa la scorta di Aldo Moro, per rapire così il presidente della Dc.
Indubbio il valore
storico di questo appuntamento: l’Italia ha così tanti volti che per una
ragazza della mia età – a volte – si fa fatica a capire perché le pagine di
storia finiscono sempre col tingersi di rosso. E la storia delle Brigate degli anni di piombo
è davvero molto rossa. La testimonianza di Bonisoli è stata illuminante, non
solo per sentire dalla sua voce i motivi politici che lo avevano spinto a dei gesti
così estremi ma anche – e forse soprattutto – per rispondermi ad una domanda:
il carcere può davvero essere un luogo di rieducazione?
A sentire il
racconto dell’ex brigatista la fiamma della positività si è accesa.
Bonisoli è un uomo
che ha sacrificato la sua vita per la causa e venerdì sera il fatto che questa
causa potesse essere positiva o negativa, perdeva di significato.
Bonisoli nasce a
Reggio Emilia da una famiglia operaia e frequenta la scuola fino all’età di 16-17
anni, quando sceglie di seguire i corsi serali, per ottenere il diploma
superiore e, contemporaneamente, lavorare. Da questo momento in poi partecipa
attivamente alla rivoluzione comunista, sposando le ideologie Marxiste e
Leniniste, e attua effettivamente due grandi rivoluzioni nel corso della sua
stessa vita: la prima, all’età di 19 anni, la decisione di far parte delle
Brigate Rosse, la seconda, la sua redenzione durante la detenzione, per le azioni
commesse proprio durante la sua militanza.
“All’età di 19
anni – racconta – ho deciso di abbandonare la famiglia, cambiare identità,
munirmi di documenti falsi ed entrare a far parte delle Brigate Rosse, in
particolare del comitato esecutivo, che ancora contava pochi membri”.
Una scelta
radicale portata dall’impeto rivoluzionario di chi voleva contribuire al
cambiamento, di chi desiderava in modo utopistico un mondo senza guerre e
sentiva il peso dell’ingiustizia. In particolare Bonisoli si riferisce
all’esempio della grande potenza americana che attacca il Vietnam, perdendo
inaspettatamente.
“Poi il percorso
di dissociazione – ricorda – dopo la condanna a quattro ergastoli”.
Che lo portò non
ha pentirsi, come tiene a precisare, dato che non tradì mai i suoi compagni, ma
a distaccarsi da ciò che aveva compiuto anni prima e a eliminare gradualmente
l’ostilità nei confronti di chi considerava “nemico”.
Ciò che mi ha
colpito e coinvolto maggiormente del suo racconto riguarda il modo in cui ha
esplicato il fermento rivoluzionario che lo ha portato giovanissimo a compiere
una scelta di vita drastica e totalizzante, oltre che alla rivalutazione in età
matura dei crimini commessi.
Tutti possiamo
sbagliare, certo, ci sono sbagli molto più gravi di altri ma – anche se sono
giovane – sto imparando a non emettere mai dei giudizi di valore affrettati.
Franco Bonisoli mi è sembrato un uomo sincero e non mi sento di aggiungere
altro. Come diceva Wittgestein, Anche per il pensiero c'è un tempo per arare
e un tempo per mietere, credo di essere ancora nella fase dell’aratura
riflessiva.
Chiara Rolleri
5ALSU
lunedì 14 ottobre 2019
domenica 13 ottobre 2019
L'AMBIENTE SIAMO NOI
Forte rischio ambientale, anche a causa dell'uomo.
L'AMBIENTE SIAMO NOI
La manifestazione ha coinvolto migliaia di studenti in
tutta Italia.
Venerdì 27 settembre, la classe 2*A Lsu ha partecipato alla terza manifestazione pacifica a favore dell’ambiente. Una parte dei ragazzi a Piacenza, un'altra parte a Parma.
A Piacenza, erano presenti circa 5000 ragazzi di varie età, dai più piccoli della materna e primaria, ai più grandi dell’università.
La manifestazione ha avuto inizio alle 9 del mattino, nei pressi del liceo Respighi, per poi proseguire fino al Corso Vittorio Emanuele, fino ad arrivare, passando per Piazza Cavalli, in via Maculani, punto di arrivo della manifestazione.
Qui abbiamo partecipato a un momento di riflessione, durante il quale ognuno ha potuto esprimere la propria opinione riguardo al cambiamento climatico.
Anche se non tutti siamo riusciti a parlare, abbiamo comunque avuto modo di esprimere i nostri pensieri, grazie ai tanti cartelloni che noi studenti abbiamo preparato per l’occasione, con frasi originali, semplici e dirette.
Ecco alcuni esempi:
“Ci avete rotto i polmoni”,
“Stop talking, let’s doing!”,
“There is no PLANet B”.
L’obiettivo principale della manifestazione era quello di sensibilizzare le nuove generazioni sulle tematiche e sui problemi ambientali e soprattutto far capire a tutti che il tempo che abbiamo per salvare il nostro pianeta è sempre più limitato.
Perciò, il consiglio che tutti noi vogliamo dare é di smettere di aspettare, smettere di essere indifferenti e iniziare ad agire da subito, dalle piccole cose!
Perché il mondo è anche Tuo.
Anna Solari 2Alsu
Studenti come CittadinanzATTIVA
Studenti come
CittadinanzATTIVA
Quando si può dire con orgoglio: NOI C’ERAVAMO…..
Cronistoria di una giornata memorabile
27 settembre 2019: terza manifestazione per la sostenibilità
ambientale in tutto il mondo promossa dalla ragazzina Greta Thunberg
La giovane ambientalista, recentemente salita alla ribalta
delle cronache internazionali, ha dato il La a un movimento intitolato “Friday For Future”, in cui
i ragazzi di tutto il mondo sono
stati invitati a scendere nelle piazze del loro paese e per manifestare a
difesa del pianeta e risvegliare le coscienze sopite dimolti Governi.
Anche la nostra classe ,2 A Lsu, ha voluto essere presente
con un’affluenza davvero massiccia: chi a Piacenza, chi a Parma, dove si è
registrata la presenza di circa 10.000 persone, per lo più ragazzi, insieme a bambini, guidati da insegnanti e
genitori, contagiati dall’entusiasmo dei figli .
La manifestazione ha avuto inizio alle 10 da Barriera Bixio
ed è stata guidata da un gruppo di ragazzi di età intorno ai 20 anni , armati
di un megafono ed un grande striscione, che si sono poi diretti fino in centro.
A seguire un seating durante il quale i ragazzi si sono
seduti a terra al centro di una rotonda gridando in coro a pieni polmoni: “Se
ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”, ciò ha comportato disagio agli
automobilisti che, anche se inizialmente un po’infastiditi, hanno poi compreso
il valore della protesta.
L’atmosfera era
allegra e esprimeva il sogno di molti studenti, desiderosi di partecipare
attivamente alle future sfide ambientali, ognuno nel suo piccolo gridava ad
alta voce slogan, orgoglioso di far parte di un movimento che possa far
attecchire le radici di un albero robusto e, un domani, di una foresta rigogliosa.
Gaia Marchi 2ALSU